È morto questa mattina nella sua casa romana Antonio Gava, ex membro di spicco della Democrazia Cristiana, sette volte ministro. Gava, 78 anni, era da tempo gravemente malato, dopo un ictus che lo aveva colpito nel 1990. Dal 6 agosto era ricoverato in fin di vita in ospedale, ma ieri la famiglia ha deciso il trasporto a casa per le ultime ore. Figlio d’arte (il padre Silvio è stato 13 volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta), napoletano doc, Gava è stato per decenni uno dei membri più in vista della Dc, corrente «dorotea» di cui fu uno dei leader insieme a Forlani e Scotti. Nella sua lunga carriera, ha ricoperto la carica di ministro dei Rapporti col Parlamento, tre volte ministro di Poste e Telecomunicazioni, ministro delle Finanze, e per due volte Ministro dell’Interno. Colpito nel 1993 da un avviso di garanzia per associazione mafiosa, nel 2006 Gava fu assolto in primo grado e in appello. I funerali si svolgeranno domani alle 11 a Roma nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo all'Eur. Nel pomeriggio poi il feretro verrà portato nella cattedrale di Castellammare di Stabia dove alle 17 si svolgerà un'altra cerimonia funebre.
Dal Corriere della Sera del 7 dicembre 1995
E stata una proiezione in anteprima quella che ieri il Tg5 ha offerto ai suoi spettatori, un "trailer" del video che nelle prossime settimane, probabilmente, si vedra' in versione integrale dentro l' aula del Tribunale di Torre Annunziata, dove si sta celebrando il processo per le tangenti pagate nella penisola sorrentina. Sui giornali s' era gia' parlato del confronto tra l' ex ministro dell' Interno Antonio Gava (accusato di ricettazione in questo dibattimento) e l' ex assessore regionale Armando De Rosa, un tempo fidato luogotenente del leader doroteo. Nessuna emittente televisiva, pero' , aveva finora mandato in onda il nastro con la registrazione del faccia a faccia tra i due politici, avvenuto alcuni mesi fa alla presenza di avvocati e magistrati. Adesso quella cassetta e' allegata agli atti del processo e quindi il suo contenuto non e' piu' coperto dal segreto istruttorio. Il succo del confronto e' noto: De Rosa esorta Gava ad ammettere di aver intascato una mazzetta di 300 milioni pagata da un paio di costruttori per la commessa del nuovo ospedale di Vico Equense. "Fui io stesso a consegnarti i soldi nel tuo appartamento romano all' Eur . afferma in sostanza l' ex assessore regionale .. Tu li prendesti e con aria di rimprovero mi dicesti: "Arma' , cheste so' pampuglie", Armando queste sono briciole...". Gava respinge ogni addebito e chiede all' amico di una volta di non raccontar frottole. Ieri durante il processo (nel quale l' ex ministro e' gia' stato dichiarato contumace) e' stato interrogato il primo testimone dell' accusa: l' ex sindaco di Vico, Giuseppe Scaramellino, al quale Gava disse che "il partito e' piu' importante della moglie e della mamma".
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