mercoledì 3 settembre 2008

Velardi: "volevo dare una scossa"

«La scelta di una riunione di giunta unitaria Regione-Comune dimostra che non avevo avviato un dibattito fuori dal mondo ma che si tratta di un tema che ha senso e che ora bisogna ricondurre sulle cose da fare». Claudio Velardi, l´assessore regionale al Turismo che nei giorni scorsi era arrivato a ipotizzare uno scioglimento anticipato del Comune, rivela che il presidente Bassolino lo ha avvisato prima di concordare la supergiunta del 10 settembre con il sindaco Iervolino. Assessore Velardi, ma lei aveva parlato di scioglimento del Comune. E ora? «La scelta di una riunione congiunta a me va benissimo. Con il mio intervento, un intervento forte, certo, avevo in realtà voluto dare una scossa. Serviva una scossa: era necessaria, indispensabile. Per questo sono contento. Sono soddisfatto perché il mio segnale è stato raccolto nella maniera giusta». Una scossa solo per il Comune? «Una scossa per il Comune e anche per la Regione. Non per mettere sotto accusa Palazzo San Giacomo ma, piuttosto, per collaborare. Adesso l´unico modo per concretizzare esperienze e sinergie positive è dialogare assieme attorno a un tavolo». Ma l´idea di una riunione Regione-Comune è partita da lei o da Palazzo San Giacomo?«Io la chiedevo da tempo. La chiedevo perché la mia aspirazione, il mio vero obiettivo era ed è quello di puntare a un dialogo costante con il Comune come ho sempre cercato di fare da quando sono diventato assessore. E il modo migliore per farlo è mettere assieme le due amministrazioni per passare alla fase concreta degli interventi».Come si passa da giornate segnate da pesanti critiche ad una fase immediatamente costruttiva? «Per quanto riguarda il metodo è stata presa la decisione giusta. Tutti attorno a un tavolo. Ora, appunto, si passa ad una fase successiva. Ora si entra nel merito, si entra nei problemi concreti che sono i problemi dei cittadini. La convocazione della riunione congiunta da sola non risolve certo i problemi. Serve uno scatto da parte delle amministrazioni, bisogna rispondere ai cittadini». E da cosa bisogna ripartire?«Il mio giudizio negativo sull´azione del Comune di Napoli nasceva da esperienze negative, non da elucubrazioni politiche. Bisogna ripartire, dunque, dalle cose in piedi che sono già sul tappeto». Cioè? «Da tutti i problemi che riguardano la vivibilità quotidiana della città. Da piazza Garibaldi al centro storico e ad altre zone ancora. Da quando sono stato nominato assessore, il mio lavoro si è sviluppato su due filoni. Uno istituzionale, legato alle strategie necessarie per rimettere in moto il turismo dopo le mazzate della crisi. L´altro diretto alla società e al territorio». Lei il 10 settembre cosa dirà alla Iervolino? «Di lavorare assieme sulla vivibilità. Ora che abbiamo dato la scossa e che c´è una positiva reazione bisogna parlare solo di questo». E Bassolino condivide questa linea? «Parlo sempre con Bassolino. Mi ha informato anche prima di decidere la riunione congiunta con il Comune».Ma non si è lamentato per i suoi toni forti contro Palazzo San Giacomo? «No, non si è lamentato. Serviva una scossa e l´abbiamo data». (Ottavio Lucarelli da la Repubblica Napoli)

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Napolionline - la citta vista da dentro - mercoledì 03 settembre 2008

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