Castellammare di Stabia - «È tardi per ricorrere alle primarie: il candidato a sindaco del centrosinistra dovrà rappresentare la sintesi tra tutti i partiti che in discontinuità con quest’amministrazione troveranno la giusta intesa sui punti fondamentali per il rilancio della città». Arriva dal capogruppo consiliare del Partito Democratico, Nino Longobardi, il veto al sistema delle primarie per la scelta del candidato a primo cittadino per la coalizione di centrosinistra. Una posizione comunicata a pochi giorni dall’incontro che ha visto i maggiori esponenti cittadini del Pd, riunirsi al fine di elaborare le strategie per affrontare le elezioni amministrative del prossimo anno. «Ormai non abbiamo più tempo per organizzare le primarie in modo serio – spiega – rischiamo un flop o, ancora peggio, una corsa sfrenata di qualcuno nel tentativo di guadagnarsi la candidatura. Assolutamente contrari, inoltre, siamo alla posizione espressa da alcuni esponenti del mio stesso partito, che vorrebbero le primarie solo nel Pd, in modo da imporre il candidato agli altri alleati della coalizione. Così rischiamo di rimanere isolati». A pochi mesi dalle elezioni si apre il fronte di scontri in quello che sarebbe dovuto essere il primo partito della città in termini di preferenze, che nelle ultime settimane è stato ulteriormente frantumato dalla scelta del vicesindaco Nicola Corrado di annunciare la sua candidatura a primo cittadino. Una posizione che rischia anche di congelare le trattative con la coalizione di centro, favorevole ad un percorso comune con il Pd, e che nei giorni scorsi ha espresso un palese gradimento per una candidatura a primo cittadino dell’ex assessore Annapaola Mormone, ponendo un evidente veto sul vicesindaco uscente. «Dopo quanto accaduto in questi ultimi mesi – aggiunge Longobardi – il nostro partito non è in grado di dettare condizioni ai partiti, si rischia di compromettere le intese per la creazione di una coalizione ampia e stabile, dove tutti condividono una serie attuabile di punti programmatici per il rilancio della città». Un passo indietro del Pd, dunque, seguito da una riflessione critica sugli ultimi cinque anni di governo della città. «Sono insoddisfatto di quest’amministrazione che ha avuto poche luci e molte ombre e Corrado ha contribuito in questa gestione fallimentare dell’amministrazione, pertanto non può auto proclamarsi come la discontinuità, il nuovo che avanza. Certo, le responsabilità dello scarso funzionamento della macchina comunale, vanno comunque condivise anche con alcuni dirigenti, espressione delle scelte del primo cittadino, come nel caso del direttore generale. Ne sono stati cambiati tre in meno di cinque anni, un segno evidente di forte instabilità». Infine, con l’appello lanciato ai partiti, Longobardi annuncia anche la volontà di dismettere le società comunali, considerate ormai da tempo una gravosa fonte di spesa pubblica. «La Sint va chiusa, non ha più motivo di esistere, le Terme di Stabia si avviano alla privatizzazione, l’Asam ha cessato il suo compito con il passaggio del servizio idrico alla Gori, mentre l’Asm e tutto il suo oggetto sociale è stato trasferito al consorzio provinciale dei trasporti. Dunque, fatta eccezione per la Multiservizi, tutti questi carrozzoni clientelari della politica, utili soltanto a dare posti di sottogoverno, vanno dismessi se vogliamo davvero risanare le casse del Comune e far risparmiare i cittadini». (Ciro Saccardi il Mattino)
1 commento:
PD: tardi un po' per tutto dire...
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