mercoledì 23 dicembre 2009

Il pranzo di Natale si serve così

Cenone di magro con pesce

Vico Equense - E' la vigilia di casa Cupiello «M' inchino al ragù di Eduardo, cotto ore e ore a fuoco basso, fino allo sfinimento». Gennaro Esposito, chef di Vico Equense, cita «Sabato, domenica e lunedì» e poi «Natale in casa Cupiello», indimenticabili commedie di De Filippo, per riassumere in un piatto il pranzo di Natale dei napoletani: il timballo di ziti al ragù. Che, naturalmente, figura anche nel menù del suo locale della Costiera, «Torre del Saracino». «Gli ingredienti - puntualizza - riproducono esattamente la ricetta di famiglia (pasta di Gragnano, carne macinata, ricotta, mozzarella di bufala, fior di latte); la presentazione, invece, è più sofisticata. Infatti, al ristorante, gli ziti, ripieni uno a uno, vanno al forno in piedi...». Anche l' antica minestra maritata (brodo, carni di gallina, manzo e maiale, verdure dell' orto, bucce di formaggio) è una specialità di Gennaro. Le cui pietanze natalizie, almeno sulla carta, appaiono autenticamente tradizionali. Non dimenticando che in Campania (come in tutto il Sud) è d' uso il cenone di magro della vigilia (a base di pesce), nel pranzo della festa domina la carne. Il secondo tipico, dunque, è l' agnello. Al «Saracino» si cucina classico, con verdure. In alternativa, si può optare per una ricetta arabeggiante, che comprende fichi secchi e frutta secca in genere. Si chiude con struffoli, zeppole e cassata napoletana. «Un tempo - racconta Gennaro - le zeppole venivano preparate in anticipo, e messe in cassette; al momento di servirle, si condivano facendo sciogliere miele con liquore d' anice e il profumo di bucce di agrumi». (tratto da il Corriere della Sera)

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