lunedì 15 febbraio 2010

"Crowne Plaza, no ai licenziamenti"

Castellammare di Stabia - Crisi all’hotel Crowne Plaza: quaranta lavoratori occupano l’ingresso dell’albergo di lusso lungo la statale sorrentina per protestare contro il piano di licenziamenti. Tornano in strada per contestare le procedure di licenziamento avviati dalla società di gestione dell’albergo, i quarantadue dipendenti della struttura turistica realizzata con i fondi del contratto d’area torrese stabiese. Una manovra di riduzione del personale fortemente criticata da lavoratori e sindacati che, secondo l’azienda, sarebbe stata indotta dallo stato di crisi del settore. Una tesi che però gli addetti ai lavori smentiscono, dimostrando come l’albergo e il ristorante, anche in periodi di bassa stagione, stiano continuando a lavorare a pieno regime, senza neanche trascurare l’alta qualità dei servizi offerti. «Per questo fine settimana abbiamo tutte le camere piene – spiega Giosuè Della Gatta, rappresentante sindacale aziendale – domenica sera è previsto un banchetto con centinaia di invitati, esponenti di una nota società che ha scelto il Crowne Plaza per organizzare il convegno aziendale annuale. Una situazione decisamente produttiva, che va avanti già dalla scorsa estate, ecco perché non siamo disposti ad accettare la tesi dello stato di crisi». Secondo i lavoratori, dunque, l’azienda non sarebbe in disfacimento. «In quest’occasione la società ha fatto ricorso a personale esterno straordinario per fronteggiare le richieste che arrivano dall’enorme flusso di clienti». In cassa integrazione dal sette gennaio, adesso i lavoratori chiedono il reintegro al loro posto di lavoro. «Alla luce delle azioni messe in atto sul personale in organico – dice Espedito Freiles, sindacalista – è evidente che l’azienda sta cercando di liberarsi dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato, giustificando questa manovra con uno stato di crisi inesistente. Inoltre, una volta effettuato il taglio dei dipendenti, c’è il serio rischio che la struttura possa essere smantellata in tre settori, albergo, ristorante e centro benessere, affidati ad altrettanti imprenditori privati disposti ad investire sul territorio, allettati anche dalla possibilità di ricorrere a servizi di personale assunto con contratto a tempo determinato e a interinali, e quindi con minori vincoli di tutela del lavoro». Realizzato all’interno di un cementificio dismesso, grazie all’80 per cento di finanziamenti pubblici, il Crowne Plaza ha iniziato l’attività ricettiva circa cinque anni fa, vantando un organico di oltre 120 dipendenti. Attualmente, in seguito ai vari tagli che si sono susseguiti negli anni, solo venti lavoratori risultano dipendenti effettivi di un albergo di lusso che avrebbe dovuto contribuire al rilancio occupazionale del territorio. (Ciro Saccardi il Mattino)

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