sabato 13 febbraio 2010
Povero Cric, povero Croc...
Sembra sia stato Benito Mussolini a volere che il loro nome venisse italianizzato. Stiamo parlando di "Stanlio e Ollio", la coppia in Italia era conosciuta come Cric e Croc ed è con questi soprannomi che negli anni '40 e '50 i ragazzini, che avevano adattato delle parole alla musichetta marchio dei loro film, cantavano il motivetto cantilenante: «È morto Cric è morto Croc, povero Cric, povero Croc.» Oggi i nuovi Cric e Croc, sono al secolo i giustizialisti Marco Travaglio e Luigi De Magistris. L’universo lessicale di Enzo De Luca aggiunge due categorie ai tanti magliari e parassiti su cui è già calata la sua mannaia in questa campagna elettorale. Gli stracci volano anche perché il “Fatto quotidiano”, il giornale su cui scrive Travaglio, ieri ha chiamato in causa anche il figlio di De Luca, Piero, per una consulenza sulla quale starebbe indagando la Procura. Replica piccata: «C’è una regola non scritta tra le persone civili, che è quella di lasciare in pace i figli. Quando si comincia a tirare in ballo i figli vuol dire che si è alla frutta, che si è privi dei principi essenziali di civiltà».
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