Meta - Proseguono senza sosta le ricerche per individuare il piccolo aereo da turismo che si è inabissato domenica mattina ad un miglio dalla costa di Punta Scutolo con il pilota Mario Maresca. Le ricerche avviate nelle ore immediatamente successive allo schianto da unità navali della Capitaneria di porto, con sofisticate attrezzature subacquee dei vigili del fuoco e il supporto di mezzi dei carabinieri e della guardia di finanza, sono continuate nella giornata di ieri. «Stiamo utilizzando – spiega il comandante della Capitaneria di porto stabiese, capitano di fregata Demetrio Antonio Raffa - una sofisticata apparecchiatura sonar per individuare gli obiettivi presenti sul fondale dove si ritiene possa essere approdato il relitto dell’aereo. Successivamente, con il supporto di una struttura robotizzata verificheremo la corrispondenza con i resti del velivolo». Grazie alle testimonianze raccolte tra i pescatori che hanno assistito alla tragedia, i militari della guardia costiera hanno potuto individuare il punto esatto dell’impatto con l’acqua e circoscrivere l’area delle ricerche. «Il problema – aggiunge il comandante Raffa – è che in quel punto il fondale arriva ad una profondità che oscilla tra i 110 e i 120 metri, dove non possono scendere i sommozzatori. Quindi l’unico modo è quello di scandagliare la zona con il sonar per individuare tutti gli oggetti che abbiano un volume simile a quello dell’aereo». Proprio la forma assunta dal velivolo dopo l’impatto con l’acqua potrebbe provocare ulteriori problemi nelle ricerche. «Le testimonianze raccolte – sottolinea il comandante della capitaneria di Castellammare – hanno evidenziato che nell’impatto con la superficie del mare l’aereo si sarebbe frantumato, per cui non è possibile, anche tenendo conto dei pochi resti recuperati, stabilire la forma che ha assunto al momento dell’affondamento: in una discesa in profondità di oltre 100 metri questa circostanza, insieme al gioco delle correnti marine, può condizionarne lo spostamento, che comunque in quella zona non sono particolarmente forti, attestandosi su 0,5 nodi». L’obiettivo è di completare l’operazione in tempi brevi. «Entro sabato – conclude il comandante Raffa – avremo perlustrato tutta l’area dove si ritiene giaccia l’aereo e se il robot ci confermerà la sua presenza potremo avviare il recupero, sempre che sia possibile utilizzare i nostri mezzi, altrimenti dovremo attendere l’arrivo di attrezzature idonee per riportare il velivolo in superficie». (Antonino Siniscalchi il Mattino)
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