lunedì 7 giugno 2010

Pd, no al congresso: verso la reggenza

Il nodo della segreteria provinciale agita i democratici. Oggi la direzione regionale del partito deciderà la strategia

Provincia di Napoli - L’exit strategy per uscire definitivamente dal lungo periodo di commissariamento ed evitare uno scontro fratricida al congresso provinciale è una reggenza. Lunga almeno un anno per traghettare la federazione napoletana oltre l’appuntamento delle comunali dell’anno prossimo. Se ne discuterà formalmente stasera (convocazione ore 19) alla direzione campana del Pd. Sul tavolo ci sono tre nomi su cui si ragiona per l’incarico: il vicesegretario regionale Mimmo Tuccillo e gli ex parlamentari Umberto Ranieri e Aldo Cennamo. Con un vantaggio dei primi due. Serve però che tutte le anime del partito s’accordino per non celebrare il congresso e scegliere quel nome che manca dalle dimissioni di Luigi Nicolais, passando per l’invio da Roma di Enrico Morando. Il modello per il segretario Enzo Amendola potrebbe essere la recente scelta unitaria del capogruppo regionale (Peppe Russo) che ha evitato lo scontro interno. Anche qui ci dovrebbe essere un accordo per bypassare il congresso. Ma d’altro canto nell’ultima direzione, una decina di giorni fa, è stato chiaro Maurizio Migliavacca: «Non vi permetteremo di eleggere uno qualsiasi, che poi diventerebbe ostaggio delle correnti». Dobbiamo allora aspettarci un commissariamento, è stato chiesto dalla platea. «Tra un commissariamento e un congresso fatto male, c’è un’altra strada», ha spiegato il coordinatore della segreteria nazionale del Pd che non è andato oltre ma facendo intendere la via della reggenza. Ipotesi su cui la maggioranza bersaniana sarebbe d’accordo e, sorpresa, ha fatto breccia anche nell’area di Franceschini da sempre fautrice del congresso. Un freno, però, è necessario ora. Perché i vertici nazionali guardano con preoccupazione alle comunali dell’anno prossimo dove, con Napoli, c’è in gioco l’ultima capitale del Sud in mano al centrosinistra. E uno scontro congressuale, con il nodo del tesseramento ancora aperto, sarebbe letale per un partito reduce già da una pesante sconfitta elettorale. Anche perché oltre alla reggenza, s’affaccia solo un’altra strada: un ulteriore commissariamento deciso da Roma che sarebbe l’ennesimo schiaffo. Quindi il progetto di affidarsi a qualcuno d’esperienza che guidi il partito nei prossimi mesi. Da qui la rosa dei 3 nomi che si restringe a due per non lasciare il partito napoletano alla minoranza (si potrebbe accontentare di un vice). Si sceglierà probabilmente nei prossimi 7 giorni. E quindi tra Tuccillo, già tre volte parlamentare, e Umberto Ranieri che la poltrona più alta della federazione napoletana la tenne, per circa 4 anni, sino all’’89 per poi diventare segretario regionale del Pci. Un ritorno dopo 20 anni che s’intreccerebbe, e non sarebbe un problema, con una ventilata candidatura per succedere, passando per le primarie, alla poltrona della Iervolino. (Adolfo Pappalardo il Mattino)

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