giovedì 9 giugno 2011

Patriarca lascia: si aprono le trattative

Fonte: Francesco Fusco da il Mattino

Gragnano - Si è dimesso. A due anni dall’insediamento il sindaco del Pdl Annarita Patriarca ha illustrato, ieri sera in Consiglio comunale, la sua decisione all’assemblea e alla città. L’atto è stato definito un gesto dovuto «dal momento che era di dominio pubblico la profonda crisi che, da diversi mesi ormai, avvolge la maggioranza». Una crisi che è stata accentuata la scorsa settimana da un documento sottoscritto da 7 consiglieri di Noi Sud e Gragnano Libera, i quali hanno chiesto l’azzeramento della giunta e il rilancio programmatico dell’amministrazione comunale. «Questi due anni – ha affermato la Patriarca – sono stati contraddistinti da scontri fratricidi all’interno della compagine di governo cittadino, dovuti in particolare alla mancanza di fiducia da parte di alcuni consiglieri nei confronti della sottoscritta. Continuare così era diventato impossibile e adesso, per evitare un lungo periodo di commissariamento della città, non mi resta che dimettermi e fare appello a tutte le forze responsabili del Consiglio per non staccare definitivamente la spina a questa consiliatura». Un appello rivolto in particolare a Franco Zagaroli (consigliere di minoranza ma nominato di recente coordinatore cittadino del Pdl), all’Udc e alle altre forze di opposizione che, nei prossimi giorni, apriranno una lunga riflessione sul futuro politico – amministrativo della città.


Le dimissioni della Patriarca in effetti arrivano al culmine di un lungo e burrascoso scontro con 6 consiglieri della neonata federazione Noi Sud – Gragnano Libera e con Liborio Di Nola del Pdl. Uno scontro che, lo scorso aprile, ha portato al ritiro delle deleghe agli assessori da parte del sindaco. Ci sono ora 20 giorni di tempo prima che le dimissioni divengano irrevocabili. Un periodo in cui si cercherà di trovare un nuovo accordo o una nuova maggioranza. Se così non sarà il Consiglio comunale sarà sciolto il 27 giugno e si andrà ad una fase di commissariamento che traghetterà la città al voto anticipato. Lo scontro ha assunto toni forti in aula tra i componenti della ormai ex maggioranza. «Non riesco a capire come il sindaco – afferma Andrea Lignola, uno dei cosiddetti dissidenti insieme a Salvatore Castrignano, Giuseppe Abagnale, Nicola Imperiale, Enrico Sabatino e Giuseppe Coticelli – riesca a rivolgersi a chi, fino a ieri, invocava lo scioglimento dell’assise accusandoci di essere stati eletti anche con l’ausilio della criminalità organizzata. Hanno gettato fango su di noi e sulla città intera e oggi a loro si chiede di entrare in maggioranza. La verità è che la Patriarca non si è mai voluta confrontare con le nostre posizioni e adesso diciamo no a ribaltoni e inciuci di palazzo». Per Franco Zagaroli invece, «bisogna rendersi conto della drammaticità del momento vissuto dalla città di Gragnano. Nei prossimi giorni dobbiamo aprire una seria riflessione e capire a chi o a cosa gioverebbe lo scioglimento del Consiglio comunale». Una riflessione che coinvolgerà anche i consiglieri dell’Udc Michele Mascolo, Piero Cavaliere e Giovanni Sorrentino, chiamati nei prossimi giorni a decidere se sostenere la Patriarca oppure staccare definitivamente la spina a questa consiliatura. Netta è stata invece la posizione del Pd. «Resteremo all’opposizione – affermano il capogruppo Michele Inserra e il presidente del partito Carmine Cesarano - Non saremo la stampella del sindaco e smentiamo categoricamente le voci che vederebbero nostri esponenti pronti ad entrare in maggioranza. Il sindaco ha del fallimento e dell’irresponsabilità che hanno contraddistinto la propria azione politica e amministrativa in questi due anni deleteri per la città intera».

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