venerdì 15 febbraio 2013

Italiani con permesso di soggiorno!

di Amalia Durazzo 

Vico Equense - Uno dei problemi rimasti ai margini di questa campagna elettorale e che, invece, in caso di vittoria della coalizione guidata da Bersani, sarà oggetto di uno dei primi provvedimenti, è quello dei ragazzi figli di immigrati che sono nati in Italia. Si tratta di ragazzi nati e/o cresciuti in Italia, che frequentano le scuole italiane, che parlano la nostra lingua ed i nostri dialetti, che fanno il tifo per le nostre squadre di calcio. Insomma, ragazzi per niente diversi dai nostri figli. Tranne che per un particolare. Non hanno la cittadinanza italiana. Qualcuno li ha definiti "italiani con il permesso di soggiorno". Il diritto di cittadinanza nella maggioranza dei paesi del mondo si acquisisce attraverso il cosiddetto "ius soli", il diritto di suolo. Si acquisisce semplicemente perché si nasce e si vive in quel paese. In Italia non è così. Da noi si diventa automaticamente italiani quando si nasce da genitori italiani "ius sanguinis". Solo al compimento dei 18 anni, i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia possono chiedere la cittadinanza italiana. Spesso per ragioni burocratiche non la riescono ad ottenere in tempo e diventano appunto "Italiani con il permesso di soggiorno". Ed, infatti, il 42% di essi a 18 anni non ottiene la cittadinanza italiana. Non è, come si potrebbe pensare, un fenomeno marginale.

I minori figli di stranieri che attualmente risiedono in Italia sono quasi un milione. Quasi 700000 di loro sono iscritti alle scuole italiane e si calcola che, fra qualche anno, saranno il 30% dell'intera popolazione scolastica. Si tratta di un potenziale di energie fresche cui il nostro Paese non può rinunciare, soprattutto in questa fase in cui la riduzione del numero delle nascite mette in pericolo alcuni parametri macroeconomici. La condizione attuale crea delle ingiustizie intollerabili. Questi ragazzi non hanno praticamente il diritto di viaggiare. Pensate ad esempio alle Scuole che organizzano viaggi di studio all'estero, cui loro non possono partecipare. L'ingresso nel mondo del lavoro è per loro molto più difficile: senza cittadinanza italiana essi non possono partecipare ai concorsi pubblici. Ragazzi cresciuti in Italia che a 18 anni si dovessero trovare senza lavoro e non iscritti all'Università rischiano l'espulsione o sono costretti alla clandestinità, si potrebbe dire "italiani clandestini in Italia". Insomma, si tratta di una situazione intollerabile che non è presente in nessun altro paese occidentale e che danneggia l'Italia che così perde delle energie straordinarie che gli servono come il pane. È necessaria una nuova legge che si ispiri allo "ius soli temperato", cioè possono diventare italiani i figli di stranieri che vivono regolarmente in Italia, dopo un certo numero di anni. Diverse proposte di legge sono state presentate nel corso della passata legislatura. Una di queste è stata presentata da diverse associazioni come proposta di legge di iniziativa popolare. Anche a Vico abbiamo raccolto nel Natale 2011 in poche ore oltre 500 firme a sostegno di quel progetto. Ma, inspiegabilmente, tutte le proposte si sono arenate in Parlamento. Bersani ha dichiarato più volte che nella prima seduta del Consiglio dei Ministri da lui presieduto sarà finalmente varata questa legge. Per parte mia, mi impegno affinché ciò accada, sia nel caso venga eletta al Senato, sia nel caso ciò non avvenga.

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