di Aldo Starace, capogruppo de IN Movimento per Vico
Vico Equense - Voglio ritornare sulle ragioni della posizione assunta nelle due ultime sedute del consiglio comunale da parte del gruppo In movimento per Vico con il voto favorevole alla nomina di Maurizio Cinque a Presidente del Consiglio Comunale e sulla disponibilità di dare un voto tecnico di astensione sul rendiconto 2012 ai fini della sua approvazione e per evitare lo scioglimento anticipato del consiglio.
Mai come in questo caso ragioni politiche e ragioni giuridiche si identificano.
Ed, invero,sul piano politico, il Sindaco Cinque non ha più una sua maggioranza, non ha dimostrato di avere il carisma di leader necessario per gestire i suoi consiglieri.
Ha fallito e, dunque, deve dimettersi.
Ciò nonostante, non vuole ed impone ai suoi consiglieri di disertare le sedute consiliari per non approvare il rendiconto, fare sciogliere anticipatamente il Consiglio, con conseguenziale insediamento di un Commissario Prefettizio.
Come un vero ras non ammette dissensi, non sopporta di essere contraddetto,espelle dalla sua maggioranza chi osa votare contro il suo volere, manifesta apertamente disprezzo per il ruolo del consiglio comunale,disertandone spesso e volentieri le sedute, è allergico ai controlli ed accusa i consiglieri di opposizione, che svolgono le funzioni a loro attribuite dall’art. 43 del T.U. Enti Locali, di fare solo denunce.
E malgrado l’evidente umiliazione, i consiglieri rimastigli fedeli sembrano tuttora disposti ad ubbidire al capo senza tener conto dei problemi della città. Addirittura capovolgendo i fatti accusando la minoranza di ipocrisia.
Ma il vero obbiettivo del Sindaco, come ha spudoratamente ammesso, è di far sciogliere il consiglio comunale prima del 17 novembre 2013, così da superare il divieto normativo dei tre mandati consecutivi e potersi ricandidare ad aprile 2014.
Il problema non è quello che si sente dire e cioè il timore di una sua vittoria elettorale.
E’ che non gli può essere consentito di fare il furbetto ed aggirare la legge.
La “ratio” del divieto è quello di bilanciare i maggiori poteri del sindaco rispetto a quelli della giunta e del consiglio ponendo un limite alla permanenza al potere( vedi, Lavori preparatori della legge 81 del 1993).
La giurisprudenza ha chiarito che il divieto favorisce il ricambio dei vertici dell’amministrazione locale per evitare soprattutto l’uso personale del potere e spezzare il vincolo personale tra elettore ed eletto(Cassazione, Sez.I n.11895 del 2006).
Ma parlare di diritto e di principi costituzionali con il Sindaco è cosa ardua.
Per queste ragioni IN Movimento per Vico farà tutto ciò che è nel suo potere per evitare l’elusione di tale divieto e la violazione di tali principi.
Nell’interesse della democrazia e della città.
Chi farà diversamente se ne assume la responsabilità.
1 commento:
Ehi, dove lo danno queso film?!
La trama, COSÌ COME RACCONTATA, sembra appassionante.
RAF STARACE
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