L' ex assessore punta su Comune o Regione. Correnti riunite in un hotel
Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino
Si sono lasciati con la promessa di rivedersi. A stretto giro. Esponenti di varie correnti del Pd attorno ad un tavolo chiamati a raccolta dall’europarlamentare Andrea Cozzolino. Cosa bolle in pentola? Nulla di imminente, è proprio questo il punto. E si ritorna a venerdì sera quando viene apparecchiato un tavolo nel ristorante di un noto hotel cittadino che diventerà il loro quartier generale. Stanza riservatissima e lontana da occhi indiscreti, of course. Ci sono otto sedie e si accomodano nell’ordine l’europarlamentare Andrea Cozzolino, i consiglieri regionali Antonio Marciano, Tonino Amato e Leilo Topo e i deputati Valeria Valente, Massimo Paolucci, Enzo Cuomo e Guglielmo Vaccaro. Tutti hanno alle spalle storie politiche, percorsi differenti e appartenenze a famiglie democrat che in queste ore vanno rimescolandosi. Altre volte è accaduto ma per decidere chi dovesse occupare un posto da capogruppo o incarichi apicali nel partito. Stavolta però è diverso perché il desco è apparecchiato per mettere da parte l’ascia di guerra e per ricompattare un partito, quello napoletano, troppo frammentato. Ma soprattutto si può cementare una base o un patto per fare in modo che qualcuno possa spiccare il volo in un futuro prossimo. Magari Andrea Cozzolino che alla prima finestra utile, comunali o regionali, potrebbe scendere in campo.
L’europarlamentare non ha scoperto le sue carte (e nemmeno ha fatto cenno dell’incontro che ha avuto ventìquattr’ore prima con il sindaco de Magistris) ma ci tiene a fare un ragionamento più ampio. Sul partito, dopo le dimissioni di Bersani e il governo Letta, e la situazione napoletana. «Non è possibile – è, in sintesi, l’analisi dell’ex assessore regionale – magari essere sulle stesse posizioni a Roma, sia per questioni di governo o di partito, ed eternamente in guerra a Napoli. Ormai gli iscritti non d capiscono più». Città da cui, ammette Cozzolino, è lontano da almeno un paio d’anni perché dai tempi delle primarie flop si è concentrato più sugli impegni di Bruxelles. In mezzo tutti usano toni amabili e cordiali. A partire da Cozzolino che esorta a rivedersi, a mantenere l’impegno a vedersi almeno una volta al mese per scambiarsi opinioni e analisi sulla città. Niente di più. Ma sullo sfondo dell’incontro, racconta chi vi ha partecipato, potrebbe esserci l’idea di tornare in pista al primo momento utile. A Napoli e non più in Europa dove è arrivato nel 2009 forte di oltre 130mila preferenze. Magari a San Giacomo se dovesse cadere prima del tempo de Magistris o magari nel 2015 per la corsa a palazzo Santa Lucia che accarezza pure il neo viceministro Vincenzo De Luca. Si vedrà.
Per ora Cozzolino ha insistito con i colleghi affinchè «ciascuno parli con i suoi, spieghi e calmi gli animi». Troppi malumori, nella base. E poi quel «basta guerre» ripetuto a tavola come un mantra. Ci riusciranno? Durerà la tregua? Difficile, molto difficile, se in questo fine settimana tutti sono a complimentarsi con De Luca per il posto nel governo ma non appena quest’ultimo presenta una piattaforma per il congresso del partito scattano gli altola. Base congressuale che poi, è questo il punto, il sindaco dimissionario di Salemo userebbe come trampolino per ritentare la corsa a Santa Lucia. Troppi mal di pancia dei democrat napoletani. A cominciare propio da Cozzolino. E tocca alla deputata Valeria Valente uscire allo scoperto: «Sarebbe davvero singolare se proprio ora che riveste un ruolo di governo volesse presentare una piattaforma programmatica se non proprio la candidatura alla segreteria. Quanto alle sue proposte per il rilancio del Pd penso che complessivamente siano insufficienti».
Nessun commento:
Posta un commento