martedì 7 maggio 2013
Scoperti tre insospettabili ladri di scooter: in trasferta a Vico Equense per il loro ‘colpo’
Vico Equense - Giovani e incensurati. Sulla carta: insospettabili.
E’ questo l’identikit dei tre ragazzi tra
i 19 e i 20 anni- due stabiesi e uno di Gragnano-
che sono accusati di essere andati a Vico
Equense non tanto per una “tradizionale”
passeggiata, quanto per trovare uno scooter
da rubare e portarlo via. Per tutti e tre, nei
giorni scorsi, è scattato l’obbligo di firma
emesso dal gip Elena Conte del Tribunale
di Torre Annunziata, davanti al quale hanno
sostenuto l’interrogatorio di garanzia, assistiti
dall’avvocato Antonio de Martino.
Vincenzo Perozzeni, 20 anni di Gragnano,
Alessandro D’Acunzo e Catello Ungaro,
entrambi 19enni stabiesi sono stati individuati
dai carabinieri della stazione di Vico
come i tre ragazzi che nella notte tra il primo
e il due settembre 2012 hanno rubato uno
Scarabeo Aprilia nel comune della penisola
sorrentina per poi scappare lungo la statale
sorrentina dove furono intercettati da una
pattuglia dell’Arma. Nei loro confronti
l’accusa non è soltanto di rapina impropria,
ma anche di resistenza a pubblico ufficiale
visto che in quella nottata il gruppetto “incappò”
in un posto di blocco dei carabinieri
all’altezza dello Scrajo, una delle postazioni
preferite dalle forze dell’ordine per effettuare
controlli.
Ma ecco come gli investigatori hanno ricostruito
la “passeggiata” vicana dei tre che,
all’epoca dei fatti, erano ancora più giovani.
I ragazzi arrivano nel comune della penisola
sorrentina in sella a due scooter: andranno
via con tre, visto che riescono a introdursi
all’interno del cortile di un condominio
in via Cavottole. Lì sta parcheggiato uno
scooter Scarabeo Aprilia, il proprietario era
tranquilllo avendolo sistemato all’interno di
un’area condominiale. Pensiero sbagliato.
I tre entrano nel palazzo e portano via lo
scooter. Via veloci verso Castellammare
percorrendo la statale sorrentina. Sono circa
le due di notte quando una pattuglia dei
carabinieri li ferma all’altezza dello Scrajo. Il
primo, in sella a un Piaggio Liberty, accelera,
tira via dritto e “salta” il posto di blocco. Il
secondo, che viaggia su uno Scarabeo, prima
finge di frenare e poi scappa. Il terzo viene
bloccato dalla pattuglia: viaggia proprio sul
motorino che poi risulterà rubato. Scende,
sferra un colpo a uno dei carabinieri e scappa
via lasciando lì il motorino. Ai carabinieri
basta poco per vedere che il meccanismo
di accensione è stato manomesso e capire,
dunque, che si tratta di uno scooter rubato.
Dalle indagini emerge che su quello scooter
viaggiava Catello Ungaro: sarebbe stato
lui a colpire il carabiniere quando era stato
fermato. Dal canto suo, uno dei presunti
complici, Perozzeni, appena individuato dai
carabinieri, si era difeso sostenendo che non
si era fermato semplicemente perché non era
in regola con i documenti e aveva paura di
beccare una multa. Ma le immagini tratte
dalle telecamere di videosorveglianza e le
celle agganciate dai loro telefonini raccontano
un’altra storia: i tre ragazzi erano in giro
per Vico Equense proprio nell’orario in cui
si sarebbe consumato il furto del motorino.
Da tre giovanissimi e incensurati. Che,
però, per il modo in cui si sono comportati
quando hanno incrociato la pattuglia dei
carabinieri fanno pensare non siano stati del
tutto nuovi a questo genere di episodi, così
come sottolineato dal gip nell’ordinanza a
carico dei tre giovani incensurati.
(Fonte: st.ale. da Metropolis)
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