Vico Equense - Potrebbe avere le ore contate il branco entrato in azione la sera del 22 dicembre scorso alla stazione della Circumvesuviana di Vico Equense e che pestò un giovane originario di Piano di Sorrento, fermo sulla banchina in attesa del treno per Sorrento e massacrato con pugni, calci e bastonate. I carabinieri – sula scorta della denuncia presentata dalla vittima – stanno accelerando nelle indagini e stando a ciò che è emerso nel corso delle ultime ore sono spuntati elementi precisi che potrebbero condurre i militari a fornire un quadro completo e chiaro sull’episodio shock, l’ennesimo della serie, avvenuto alla stazione ferroviaria. In tal senso, gli inquirenti hanno acquisito i filmati registrati dall’impianto di videosorveglianza comunale che dispone di punti d’osservazione piazzati anche nelle vicinanze dell’ingresso della Circumvesuviana. Non solo. La vittima, ascoltata in caserma l’altro giorno dopo aver presentato la regolare denuncia, ha sommariamente descritto i propri aggressori. Un racconto sull’inferno scoppiato in Circumvesuviana giudicato abbastanza “utile” dai carabinieri che ovviamente contano di poter mettere con le spalle al muro gli autori del pestaggio. In ogni caso c’è una certezza. Almeno quattro, tutti giovani, ventenni. Manco a dirlo, s’indaga a trecentosessanta gradi ma i riflettori sono in particolare accesi sul mondo della movida della penisola sorrentina. A quanto pare, la vittima del massacro non conosceva i suoi aggressori. Un aspetto decisamente importante, che alimenta di dubbi l’intera vicenda.
Perché il 28enne è stato pestato? Forse per “gioco” oppure – ed è un’altra pista che resta in piedi – il branco ha scambiato persona. In ogni caso, i prossimi giorni saranno decisivi. Difeso dall’avvocato penalista Luigi Alfano, il ragazzo è ancora “provato” per quello che è avvenuto. Ferite al volto e lesioni, stato di choc e soprattutto l’amarezza legata a un pestaggio assurdo su cui ora chiede giustizia. «Siamo molto fiduciosi che i carabinieri possano individuare i responsabili di questo gravissimo episodio» sospira il legale. (Fonte: Josè Astarita da Metropolis)
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