Il sindaco costretto alla linea dura dopo le ultime analisi
Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - I cartelli di divieto campeggiano negli stabilimenti balneari già dal primo pomeriggio di ieri. Il sindaco Giuseppe Cuomo ha firmato l'ordinanza che proibisce di tuffarsi nel tratto di mare tra il molo di Marina Piccola e la villa Pompeiana. Un provvedimento choc, senza precedenti nella divina Costiera, secolare mito di vacanzieri italiani e stranieri. Dinanzi agli esorbitanti livelli di batteri riscontrati dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac), il primo cittadino non ha potuto fare a meno di disporre il secondo divieto di balneazione dell'estate 2015. Con buona pace dei residenti, dei turisti e dei titolari di stabilimenti attivi nella zona. Un provvedimento che potrebbe durare solo pochi giorni a Sorrento, conseguenza di condizioni meteo-marine avverse e di concause di dissesti territoriali che riguardano l'intero golfo di Napoli, da Licola a Punta Campanella, dove residenti e bagnanti segnalano disagi e mare sporco. In ogni caso gli effetti sono pesanti sul piano dell'immagine. A Sorrento ü provvedimento riguarda un tratto di costa lungo 338 metri in cui l'Arpac giudica la qualità delle acque appena «sufficiente». È qui che, dopo l'acquazzone di martedì scorso, l'Agenzia regionale ha effettuato i prelievi e le successive analisi. I dati non hanno lasciato spazio ad alcun dubbio. Nel pomeriggio dell'11 e in quello del 14 agosto i tecnici hanno riscontrato livelli di enterococchi intestinali dieci volte superiori ai limiti di legge.
Discorso simile per l'escherichia coli, che l'Arpac ha individuato in misura quattro volte superiore a quella consentita. Tanto che, nell'ordinanza firmata ieri, è il sindaco Cuomo ad ammettere il «consistente sversamento di materia fecale» a Marina Piccola. Stamane l'Arpac ripeterà i test. Ma com' è possibile tutto ciò? Secondo il Comune la causa va ricercata nel sistema del «troppo pieno». In concomitanza di piogge abbondanti le fogne vanno in sovraccarico e i liquami non riescono a confluire nel depuratore di Marina Grande, sebbene questo sia perfettamente funzionante, ne in quello di punta Gradelle, che dovrebbe entrare in funzione nell'estate del prossimo anno. A quel punto, per evitare che le condotte scoppino scatta il sistema del «troppo pieno». E a mare finisce acqua di pioggia mista ad acqua di fogna. Sulla faccenda il sindaco Cuomo ha le idee chiare: «La Gori, società che gestisce ü servizio idrico in penisola sorrentina, individuerà e risolverà a breve ogni problema. Nel lungo periodo l'attivazione del depuratore di punta Gradelle sarà fondamentale per garantire una maggiore pulizia delle acque, ma non riuscirà a ovviare al disguido del troppo pieno. Per centrare questo obiettivo serve un potenziamento della rete fognaria sul quale, nel corso degli anni, i comuni non hanno mai investito». A rendere la situazione ancora più complessa sono i valloni: dopo i lunghi periodi di siccità estivi, i temporali trascinano a mare grosse quantità di terreno lungo i canyon della penisola sorrentina. Infine bisogna fare i conti con i proprietari di abitazioni non allacciate alla rete fogna
ria, che approfittano degli acquazzoni per versare il contenuto dei pozzi neri negli alvei diretti a mare. «Abbiamo eseguito più di una verifica - fa sapere Cuomo - ma ottenere la prova degli scarichi abusivi è difficile: certi delinquenti svuotano i pozzi neri in un quarto d'ora e non è facile coglierli sul fatto». L'ordinanza anti-tuffi a Marina Piccola rischia di pregiudicare una stagione balneare assai positiva, caratterizzata da un incremento delle presenze rispetto al 2014 pari al 10 per cento. «Per gran parte dell'estate abbiamo avuto acqua limpida e pulita, ora subiamo i danni provocati dal maltempo - spiega Francesco Leonelli, presidente del Sindacato italiano balneari di Napoli e provincia -. Chiediamo alle istituzioni di approfondire e rimuovere le cause di questo problema che compromette non solo gli affari degli operatori, ma anche l'immagine di Sorrento nel mondo». Parole durissime arrivano da Claudio d'Esposito. Per il presidente del Wwf locale «i dati Arpac certificano la presenza di acqua di fogna nel nostro mare e riaccendono i riflettori sulla piaga degli scarichi abusivi: ora tocca alle autorità individuare e punire tutti i responsabili di questo disastro».
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