sabato 18 giugno 2016

«Mare Monstrum», Campania prima nella classifica delle illegalità sulle coste

La regione peggiora rispetto allo scorso anno. Denunciate oltre tremila persone. Preoccupante il dilagare dei reati connessi al cemento abusivo, 264 i sequestri 

Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno

La Campania conquista la maglia nera nella classifica delle illegalità in mare e sulla costa relative al 2015. Graduatoria redatta da Legambiente nel dossier «Mare Monstrum». Nella precedente edizione, quella che fotografava la situazione nel 2014, era al terzo posto, dietro Puglia e Sicilia. L'indagine si basa sull'elaborazione dei dati delle Forze dell'ordine relativi al numero di infrazioni accertate, di persone denunciate e di sequestri per ciascuna regione. I numeri si riferiscono in particolare a quattro grandi categorie di illeciti: illegalità nel ciclo del cemento, inquinamento, pesca di frodo, infrazioni al codice della navigazione. La Campania primeggia in virtù di 3.110 infrazioni, pari al 16,8% del totale. Oltre otto i reati commessi ogni giorno, uno ogni 6,6 chilometri di costa. Le persone denunciate sono state 3.077.1 sequestri 951. Il cemento illegale è parte estremamente significativa di questo assalto all'ambiente e infatti nel 2015 quasi un reato su cinque, tra quelli legati al ciclo del cemento (19,8%), è stato accertato in Campania. Sono state 886 le infrazioni in questo particolare segmento dell'illegalità, 837 le persone arrestate o denunciate e 264 i sequestri.

«Gran parte di questi reati — sottolinea il rapporto Mare Monstrum 2016 — è legata alla realizzazione di case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza e altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate lungo la costa». Nessuna meraviglia, dunque, che non poche tra le storie paradigmatiche della cementificazione del litorale italiano abbiano avuto luogo in Campania dagli anni Sessanta a oggi. Legambiente cita il caso Ischia, dove sono ancora in piedi ben 600 case abusive colpite da sentenza definitivo di abbattimento e dove 27.000 pratiche di condono edilizio ingolfano gli uffici comunali. E accende i riflettori sulla costa cilentana, «dove il Corpo forestale dello Stato ha smascherato nel 2015 numerose opere abusive realizzate nei Comuni di Camerota, San Giovanni a Piro, Capaccio, Corleto, Monforte, Sacco, Felitto e Sanza». Ricorda, ancora, i lidi abusivi di Battipaglia e le case sommerse di Castel Volturno dove dagli anni Sessanta in poi «nel silenzio-assenso delle amministrazioni locali, un esercito di villette, palazzi, piloni di cemento e case-vacanza ha invaso la striscia di sabbia ai due lati del fiume». Criticità anche sul fronte degli scarichi e del mare inquinato. La Campania primeggia con 794 infrazioni,il 17,5% del totale nazionale, 850 tra persone denunciate e arresti, 299 sequestri. Gli illeciti riguardano impianti di depurazione non a norma, scarichi non allacciati alle fognature, sversamenti di residui industriali direttamente nei corsi d'acqua. Fabrizio Geremicca

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