La regione peggiora rispetto allo scorso anno. Denunciate oltre tremila persone. Preoccupante il dilagare dei reati connessi al cemento abusivo, 264 i sequestri
Fonte: Fabrizio Geremicca da Il Corriere del Mezzogiorno
La Campania conquista la maglia nera nella classifica delle illegalità in mare e sulla costa relative al 2015. Graduatoria redatta da Legambiente nel dossier «Mare Monstrum». Nella precedente edizione, quella che fotografava la situazione nel 2014, era al terzo posto, dietro Puglia e Sicilia. L'indagine si basa sull'elaborazione dei dati delle Forze dell'ordine relativi al numero di infrazioni accertate, di persone denunciate e di sequestri per ciascuna regione. I numeri si riferiscono in particolare a quattro grandi categorie di illeciti: illegalità nel ciclo del cemento, inquinamento, pesca di frodo, infrazioni al codice della navigazione. La Campania primeggia in virtù di 3.110 infrazioni, pari al 16,8% del totale. Oltre otto i reati commessi ogni giorno, uno ogni 6,6 chilometri di costa. Le persone denunciate sono state 3.077.1 sequestri 951. Il cemento illegale è parte estremamente significativa di questo assalto all'ambiente e infatti nel 2015 quasi un reato su cinque, tra quelli legati al ciclo del cemento (19,8%), è stato accertato in Campania. Sono state 886 le infrazioni in questo particolare segmento dell'illegalità, 837 le persone arrestate o denunciate e 264 i sequestri.
«Gran parte di questi reati — sottolinea il rapporto Mare Monstrum 2016 — è legata alla realizzazione di case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza e altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate lungo la costa». Nessuna meraviglia, dunque, che non poche tra le storie paradigmatiche della cementificazione del litorale italiano abbiano avuto luogo in Campania dagli anni Sessanta a oggi. Legambiente cita il caso Ischia, dove sono ancora in piedi ben 600 case abusive colpite da sentenza definitivo di abbattimento e dove 27.000 pratiche di condono edilizio ingolfano gli uffici comunali. E accende i riflettori sulla costa cilentana, «dove il Corpo forestale dello Stato ha smascherato nel 2015 numerose opere abusive realizzate nei Comuni di Camerota, San Giovanni a Piro, Capaccio, Corleto, Monforte, Sacco, Felitto e Sanza». Ricorda, ancora, i lidi abusivi di Battipaglia e le case sommerse di Castel Volturno dove dagli anni Sessanta in poi «nel silenzio-assenso delle amministrazioni locali, un esercito di villette, palazzi, piloni di cemento e case-vacanza ha invaso la striscia di sabbia ai due lati del fiume». Criticità anche sul fronte degli scarichi e del mare inquinato. La Campania primeggia con 794 infrazioni,il 17,5% del totale nazionale, 850 tra persone denunciate e arresti, 299 sequestri. Gli illeciti riguardano impianti di depurazione non a norma, scarichi non allacciati alle fognature, sversamenti di residui industriali direttamente nei corsi d'acqua. Fabrizio Geremicca
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