lunedì 1 febbraio 2021

Vico Equense. Internato in un lager nazista: medaglia d’onore ad Antonino Miniero

Vico Equense
- “Quel che è accaduto non può essere cancellato – scriveva nel suo celebre diario Anna Frank - ma si può impedire che accada di nuovo”. Nella Giornata Internazionale della Memoria, istituita dall’Onu a ricordo del 27 gennaio 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz svelando al mondo l'orrore del campo di concentramento, uno dei luoghi del genocidio nazista, ritornano le storie delle tante vittime dell’Olocausto. Questa settimana Agorà racconta quella di Antonino Miniero, originario di Sant’Agnello ma cresciuto a Massaquano. Allo scoppio della seconda guerra mondiale presta servizio in marina. In occasione dell'armistizio, l'8 settembre del ‘43, si trova a Pola, in Istria, dove viene arrestato dai tedeschi e, poi, internato in un campo di lavoro vicino alla città di Erfurt, in Germania. Resta prigioniero per due anni. Dal 12 settembre del 1943 fino al 16 settembre del 1945, liberato dai russi. Mercoledì scorso il prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha consegnato ai suoi familiari la medaglia d’onore rilasciata dal Presidente della Repubblica. A ritirare l’importante onorificenza, che viene assegnata alla memoria dei cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti, la figlia Luisa. "Della prigionia e di quegli anni non parlava quasi mai - dice Luisa Miniero - forse per proteggerci dalle atrocità che aveva visto e vissuto. Quando trasmettevano in TV qualche documentario o filmato sul tema cambiava canale. È stato sempre molto sobrio. Ci ha riferito solo qualche frammento di vita vissuta da internato. Come il ricordo della doccia, nudi, tra la neve a prima mattina. La lotta per la sopravvivenza, combattuta recuperando patate nei campi. L’infezione provocata dal tifo, nascosta ai carcerieri su consiglio di un commilitone: "se glielo dici invece di portarti da un medico ti mandano nel forno crematorio…"

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