domenica 26 dicembre 2021

Natale con... gatti e gabbiani

di Anna Guarracino, animatore della cultura e della comunicazione

Sant'Agnello - Eh sì, avete letto bene! Qui, ai Colli di Fontanelle, a Natale, non parliamo di capitoni o di altri pesci e neppure di tacchini o polli né di struffoli o panettoni, ma di gatti e di gabbiani: i protagonisti di una nota favola di Luis Sepúlveda. Esopo lo sapeva bene, ma noi spesso lo dimentichiamo: le favole hanno una morale che ci insegna il buon comportamento, quello che ci rende persone autentiche, buone e generose, sensibili e disponibili verso gli altri. Da quest’assunto è scaturita la proposta del Consiglio Pastorale che ha trovato l’immediato consenso del nostro parroco, don Antonino De Maio, che l’ha ritenuta un’ ottima trovata per coinvolgere, in modo originale e attivo, i giovani della nostra parrocchia nella Novena di Natale. I giovani sono stati invitati a leggere questo racconto e a scrivere le loro riflessioni per poi socializzarle ai fedeli dall’altare, durante il periodo della Novena. Don Antonino così ha descritto il percorso: -La lettura è sempre stata preceduta dall’ascolto del brano musicale “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo” di Luciano Ligabue, considerato come pista per favorire e stimolare la meditazione. Poi attraverso il metodo narrativo, lo stesso usato da Gesù negli incontri con gli apostoli e con le folle, i ragazzi sono stati sollecitati a cogliere in una realtà “altra” aspetti che sfuggono nella quotidianità.

 

È inutile dire che l’iniziativa ha riscontrato l’entusiasmo di tutti i presenti, relatori e ascoltatori, ma anche di chi, non potendo partecipare direttamente in chiesa, ha seguito le funzioni liturgiche in live streaming, sul nostro canale youtube, grazie alla presenza continua di Giuseppe Guarracino, responsabile delle riprese. Ha colpito molto l’inconsueto comportamento di Zorba - ha continuato don Antonino - che per mantenere fede alle promesse fatte alla morente gabbiana, Kengah, non ha esitato a chiedere aiuto agli altri gatti e a miagolare con l’umano... un poeta. Grazie a tutti loro, Zorba è riuscito nell’intento, quasi a dire che senza gli altri non si va lontano. E così finalmente la gabbianella “Fortunata”, di nome e di fatto, vola e Zorba ne gioisce, ma il suo volto si riga di pianto per la tristezza di vederla andare via da sé. Il segreto sta nel seguire i propri sogni confrontandoli con il sogno di Dio, ben rappresentato nel Presepe della Parrocchia di quest’anno. Di certo coloro che si aspettavano le solite prediche si son dovuti ricredere: Don Antonino, non nuovo a originali dissertazioni, ha incantato con continue comparazioni tra i contenuti della favola e i passi del vecchio e del nuovo Testamento, per coglierne analogie e fini, e i ragazzi sono stati bravissimi nel tratteggiare la morale del racconto che esalta l’amore per gli altri, pur se diversi da sé. Così, giorno dopo giorno, sono stati trattati i vari capitoli del racconto attraverso le riflessioni sull’opera letteraria riportate dai nostri giovani, avvicendatisi sull’altare nel seguente ordine: Francesca Pane, Teresa Francesca Aversa, Marianna Aversa, Ida di Palma e Giovanni di Palma.​ Tutti i ragazzi, nelle esposizioni, hanno meravigliato per l’acutezza di spirito mostrata nell’afferrare l’essenza del racconto e, coadiuvati saggiamente da don Antonino, hanno vivacizzato la Novena di Natale e hanno offerto una miriade di spunti di riflessione, senza mai perdersi in sterili ripetizioni: ognuno ha portato un proprio valido contributo, arricchito da considerazioni personali. Raccolti, questi apporti saranno a breve pubblicati sul sito della parrocchia insieme con altri file indispensabili per approfondire ulteriormente la conoscenza della straordinaria “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare” e del suo Autore. Comune denominatore di queste inedite omelie è stato il trionfo dell’amore, sostanza del Natale. Quattro sono stati i punti fondamentali di riferimento e di sintesi: 1. Nella vita ci vuole pazienza e amore 2. Gli esseri umani sbagliano (ma hanno anche un’anima pura) 3. La cultura e la conoscenza ci salvano 4. Bisogna amare gli altri, anche quando sono diversi da noi Questi punti sono stati trattati nel contributo di approfondimento di Rosa Mastellone e pubblicati sul sito della Parrocchia all’indirizzo web: http://www.nativitadimariavergine.it/ Alla fine tutti i fedeli hanno maturato la voglia di volare e di sognare, ben sapendo che “VOLA SOLO CHI OSA FARLO”. Se non si ha il coraggio di non porsi limiti e di riprovare, anche quando si sbaglia, non si decolla. Al contrario, sospinti dall’amore e dalla fiducia, se si ha l’audacia di agire e di reagire, si superano tutti gli ostacoli e si spicca il volo, come ha fatto la gabbianella. Bella a questo proposito, è stata l’analogia che don Antonino ha fatto paragonando i genitori ai gatti e i figli alla gabbianella: i genitori come i gatti assistono i figli amorevolmente e li fortificano per poi poterli vedere spiccare il volo nel lavoro o nel matrimonio dove sperimenteranno in autonomia la loro realizzazione, proprio come la gabbianella. Sì, è proprio così: chi ama lascia andare. 

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