martedì 10 gennaio 2023

Castellammare. Il pronto soccorso resta senza medici

Giornata da incubo nel reparto di frontiera dell'ospedale San Leonardo, direzione costretta a richiamare chi era in ferie Niente camici bianchi nell'ala dedicata ai pazienti in codice verde. I sindacati: «Non si può più andare avanti così»

di Antonio Di Martino da Metropolis 

Castellammare di Stabia - Niente medici al pronto soccorso, pazienti in attesa per ore e una fila per farsi visitare che si allunga e crea caos nel reparto di frontiera dell'ospedale San Leonardo. Una vera e propria emergenza quella che si è vissuta nella mattinata di ieri nel presidio sanitario di Castellammare di Stabia, con gli operatori del pronto soccorso costretti a subire le proteste dei pazienti stanchi della lunga attesa. Il problema si è registrato nell'ala del reparto che accoglie le persone registrate in codice verde dal triage. Un'area dove per alcune ore non c'è stato nemmeno un medico disponibile. Almeno fino a quando non è stato dirottato in reparto un chirurgo ed è stato richiamato in corsia un medico che era libero dal servizio. Ma nel frattempo ormai era aumentato in modo esponenziale il numero degli accessi. «Negli ultimi sei, sette mesi, non si riesce a capire cosa voglia fare quest'amministrazione. Non riusciamo ad avere un'interlocuzione seria con la direzione sanitaria, che ha portato l'ospedale ad una situazione di abbandono a sé stesso». A lanciare il grido d'allarme è Antonio Cascone, sindacalista Uil dell'Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove continuano i disagi.


 

«È come un cane che si morde la coda. Il problema principale è la mancanza di organizzazione complessiva. Questo genera un caos per l'utenza, costretti a lunghe attese prima di esser ricevuti, e non consente poi agli addetti di lavorare in condizioni di serenità. Da parte dell'ASL e della direzione strategica non c'è alcuna volontà di rilanciare l'attività del presidio, in cui tutto ormai procede per inerzia. La direzione, ormai, interviene solo mettendo toppe, a volte facendo la scelta giusta ma spesso anche sbagliando, con una gestione del personale abbastanza discutibile, aumentando il malessere di chi lavora con dedizione». La carenza dei medici è una problematica più volte affrontata a livello nazionale, e che non riguarda solo il San Leonardo, come spiegato da Cascone: «Parliamo di un disagio che coinvolge l'intero sistema sanitario italiano e che, di riflesso, si ripercuote anche sulla nostra struttura. Per quanto riguarda il comparto, se dovessimo attenerci ai vari indici, non c'è una mancanza di personale tra infermieri e Oss, bensì a mancare è l'organizzazione, che sarebbe risolvibile con una chiara e precisa organizzazione da parte di chi dirige il presidio. L'aggravante, per il nostro ospedale, è il bacino di utenza che negli anni è lievitato vertiginosamente essendo Castellammare l'unico presidio dotato di un pronto soccorso attivo in zona, insieme a quello di Torre del Greco che vive le stesse situazioni di disagio. Una situazione creatasi da tempo, divenuta insostenibile e alla quale non vi è stato posto rimedio. A Boscotrecase, era stata annunciata per novembre la riapertura del pronto soccorso ma, evidentemente, non è stato indicato l'anno essendo arrivati oggi a gennaio ma essendo ancora chiuso. A Vico Equense c'è un punto di primo soccorso dove le persone che vi si recano vengono comunque poi portate a Castellammare, con gli abitanti delle varie frazioni di Vico, come Arola e Moiano, che per ottenere le cure necessarie del caso devono arrivare fin qui». La responsabilità dei disagi e dei disservizi sono quindi da ripartire tra i vari responsabili della sanità sul territorio: «Anche da parte degli enti territoriali non riceviamo collaborazione e assistenza nel nostro lavoro. Manca organizzazione e comunicazione tra le varie realtà presenti nella zona. È capitato che medici di base, perché magari giorno prefestivo e assenti in studio, hanno fatto rivolgere i propri pazienti alla Guardia Medica anche quando non dovuto, per ricette finalizzate visite specialistiche o per esami, che a sua volta ha dovuto poi indirizzare gli stessi all'ospedale, caricato ulteriormente quindi di funzioni normalmente non di sua competenza. Tutto questo va a discapito dell'erario e dei cittadini, non solo in termini di servizio ma anche dal punto di vista economico, pagando tasse per ricevere un'assistenza in difficoltà».

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