venerdì 17 novembre 2023

Pomodoro, il bilancio 2023 è... in rosso

Finita la campagna di trasformazione penalizzata dai costi e dal maltempo 

di Gimmo Cuomo - Il Corriere del Mezzogiorno

Napoli - Si è conclusa in tutt'Italia la campagna 2023 di trasformazione del pomodoro. Ed è già tempo di bilancio. Che al Sud è particolarmente preoccupante. Tutta colpa dell'aumento del costo della materia prima, ma anche degli imballaggi, che ha inciso in maniera negativa sul margine di profitto delle imprese. L'allarme arriva dall'Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali (Anicav). Si registra innanzitutto una piccola contrazione della produzione pari, a livello nazionale, a 5,4 milioni di tonnellate, con una riduzione dell'1,3 per cento rispetto allo scorso anno. Gli industriali conservieri si sono scontrati con una campagna di trasformazione «lunga e complessa» caratterizzata dal tenore elevato dei costi di produzione che non hanno accennato a diminuire, rispetto al 2022. Ma in più si è dovuto fare i conti con l'effetto clima. Si sono verificati con grande frequenza fenomeni violenti e improvvisi che hanno provocato numerose pause dell'attività in fabbriche, finendo per allungare il periodo di trasformazione fino all'inizio di novembre. In realtà, il maggiore calo di trasformato finale si è registrato al Nord, mentre nelle regioni centromeridionali le quantità sono state in linea con quelle dello scorso anno. Non si può tuttavia non tener conto che tale risultato è stato raggiunto in presenza di un maggiore investimento in ettari vitati (più 5 per cento).

 

«In entrambi i bacini produttivi - informa Anicav - si è registrato il peggioramento delle rese agricole, al quale è corrisposto un calo anche delle rese industriali dei derivati destinati al consumatore finale, dovuto all'esigenza di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire il mantenimento di elevati standard di qualità». Spiega il presidente di Anicav Marco Serafini: «I continui stop and go legati al susseguirsi di eventi meteorologici avversi, sia nella fase dei trapianti che nel corso della raccolta del pomodoro, hanno prolungato la campagna, incidendo in maniera significativa sui costi di produzione industriale, in primis energia e manodopera. L'aumento dei costi degli imballaggi primari e secondari, e l'ulteriore incremento del costo della materia prima hanno ancor di più peggiorato il quadro. Si tratta di una situazione che avrà sicuramente effetti negativi sulla marginalità delle imprese». Il nodo principale resta il prezzo di acquisto del pomodoro. «In particolare nel Centro-Sud - sottolinea il direttore generale di Anicav Giovanni De Angelis - si è registrato una smisurata e ingiustificata lievitazione dei prezzi. Tale situazione ha messo in seria discussione il rapporta di filiera (agricoltori-trasformatori, ndr ) che dovrà, a nostro avviso, essere necessariamente riformato». L'Italia è il terzo Paese trasformatore di pomodoro dopo Usa e Cina. Su 115 aziende di trasformazione associate Anicav, presenti sul territorio italiano, ben 70 sono ubicate in Campania (55 in provincia di Salerno) con un fatturato di 2,1 miliardi.

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