Le elezioni politiche sono profondamente influenzate dalla
mancanza di una vera informazione. Il cittadino non ha la possibilità di farsi un’opinione sui programmi dei partiti e, inoltre, non vi è quasi traccia nei media di alcuni partiti. Uno di questi è l’Italia dei Valori. Il finanziamento pubblico all’editoria permette l’esistenza, con i soldi dei cittadini, di giornali come
il Foglio e
Libero che, a tutti gli effetti, sono giornali di
Berlusconi, a lui totalmente organici. Una sentenza europea, dopo analoghe sentenze italiane, ha decretato che
Rete 4 debba lasciare le frequenze che occupa a
Europa 7. Non è successo nulla e ogni sera
Emilio Fede fa il suo mestiere di portavoce del Pdl. Questa non è vera democrazia, non può esistere infatti una democrazia compiuta senza libera informazione. L’attuale connubio editoria/politica va eliminato. L’Italia dei Valori ha deciso di dare il suo appoggio alle tre proposte di referendum: “
Libera informazione in libero Stato” depositate in Cassazione lo scorso giovedì da
Beppe Grillo insieme ai ragazzi del suo movimento. I tre referendum hanno l’obiettivo di abrogare:
- la legge Gasparri sull’assetto radiotelevisivo che consegna a un solo soggetto privato (in sostanza a un partito politico) metà dell’informazione televisiva nazionale,
- i finanziamenti pubblici all’editoria che, di fatto, la rendono soggetta ai partiti,
- l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.
Le firme per i referendum si raccoglieranno in tutta Italia il 25 aprile. L’Italia dei Valori offre, oltre al suo sostegno, anche la disponibilità a un supporto operativo.
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