mercoledì 16 aprile 2008

«Antonio doveva lasciare sarebbe stato diverso»

«Considerato il tempo limitato che ha avuto il Pd per costituirsi e organizzarsi, il risultato è nel complesso soddisfacente. Ora è necessario mettersi subito al lavoro per radicarsi sul territorio e affrontare le prossime scadenze elettorali, prima la Provincia e poi la Regione». E a proposito della corsa a Palazzo Santa Lucia, il ministro all’Innovazione Luigi Nicolais - che esce dal governo e rientra al Parlamento - ribadisce la sua disponibilità a mettersi personalmente in gioco. Ma conviene accelerare? «A questo punto conviene aspettare la scadenza di un anno fissata da Bassolino. Le dimissioni del governatore avrebbero avuto un senso prima del voto». Non lasciare è stato un errore? «Da un punto di vista amministrativo, posso comprendere la sua scelta. Ma l’elettorato va anche o soprattutto affrontato sotto il profilo psicologico. Nei giorni bui della crisi rifiuti, i cittadini volevano sentirsi ascoltati dalle istituzioni». E le dimissioni sarebbero state un segno d’ascolto utile per guadagnare fiducia al Pd? «Immagino di sì. Abbiamo attraversato un momento molto delicato, con Napoli invasa dall’immondizia sulle copertine di tutto il mondo, mortificata nell’immagine e penalizzta nella sua risorsa economica principale, che è il turismo». Un’emergenza forse amplificata all’eccesso? «Questo è vero, ma si trattava comunque di un evento negativo senza precedenti. Situazioni di questo genere non devono verificarsi mai più». Il responso delle urne, comunque, non la lascia troppo amareggiato. «No. Con Veltroni avevo fatto un po’ di conti, prevedevamo di raggiungere il 24-25 per cento al massimo. Invece abbiamo raggiunto la media del 30 per cento, toccando il 35 per cento a Napoli. Un buon risultato, insomma. Ma non c’è dubbio che la Campania vada riconquistata». Radicarsi sul territorio: come? «A livello nazionale il Pd ha già dato dimostrazione di poter offrire un contributo alla semplificazione del panorama politico. A livello locale, dobbiamo avvicinarci alla gente. Aprire circoli, collaborare con le associazioni, lavorare al meglio per le primarie. La personalità del candidato è di grande importanza. Un uomo di qualità può spingere avanti il partito anche quando le condizioni generali non sono favorevoli. Lo dimostra il trionfale successo di Nello Cimitile alla provincia di Benevento mentre, in Italia, il centrosinistra perdeva colpi». Quanto è importante, invece, evitare spaccature all’interno del partito? «Fondamentale». Però già si raccolgono considerazioni sul ruolo degli ex Ds nel mantenere la sue posizioni, mentre la Margherita ingranava la marcia indietro. «Perché il Pd funzioni ognuno di noi deve dimenticare l’appartenenza ai vecchi schieramenti. Non possiamo stare qui a ripeterci chi ha il merito di avere portato più voti e chi no. E allo stesso modo bisogna evitare la formazione di nuove correnti. Un partito coeso è lo strumento migliore per affrontare gli impegni e le scadenze elettorali che ci attendono da qui a pochi mesi». Conferma la sua intenzione di correre per la Regione? «È una disponibilità che ho già dato. Naturalmente attendo il consenso del partito e mi auguro che ci siano le condizioni per farlo». Con quale obiettivo? «Difendere i valori che il Pd si pone come punto centrale del programma. Il criterio del merito, la trasparenza, la solidarietà». (Paola Perez il Mattino)

Nessun commento: