venerdì 11 aprile 2008

Non voto, voto, mi rifiuto …

“Non voto, dunque non esisto”, scritto da Giustino Fabrizio da la Repubblica Napoli, ci tiene a ricordare che chi non vota non esiste e — alla fine dei conti — fa il gioco del nemico. Sull’argomento leggetevi l’appello di Eugenio Mazzarella agli indecisi. Infine, per conoscenza, pochi lo sanno ma la legge prevede la possibilità di rifiutarsi di votare e metterlo a verbale. Quando si va al seggio e dopo che le schede sono vidimate si dichiara che ci si rifiuta di votare e si vuole che sia messo a verbale. Le schede di rifiuto vengono contate e sono valide, contrariamente alle schede nulle o bianche o all'astensione dal voto. L'astensionismo passivo non fa percentuale di media votanti e riguardo alle elezioni legislative il nostro sistema di attribuzione non prevede nessun quorum di partecipazione. Quindi, se per assurdo nella consultazione elettorale votassero tre persone, ciò che uscirebbe dalle urne sarebbe considerata valida espressione della volontàpopolare e si procederebbe quindi all'attribuzione dei seggi in base allo scrutinio di tre schede. Altresì le schede bianche e nulle, fanno si percentuale votanti, ma vengono ripartite, dopo la verifica in sede di collegio di garanzia che ne attesti le caratteristiche di bianche o nulle, in un unico cumulo da ripartire nel cosiddetto premio di maggioranza … (per assurdo sempre votando bianca o nulla se alle prossime elezioni vincesse Berlusconi / Veltroni le suddette schede andrebbero attribuite nel premio del PDL / PD). Esiste però un metodo di astensione, che garantisce di essere percentuale votante (quindi non delegante) ma consente di non far attribuireil proprio non-voto al partito di maggioranza. E' infatti facoltà dell'elettore recarsi al seggio e una volta fatto vidimare il certificato elettorale, avvalersi del diritto di rifiutare la scheda, assicurandosi di far mettere a verbale tale opzione.

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