Due o tre senatori siciliani. E forse uno in Calabria. E’ questo il magrissimo bottino elettorale che si profila per
l’Udc a Palazzo Madama. Secondo le proiezioni più aggiornate infatti il partito di
Pier Ferdinando Casini riuscirebbe al massimo a superare (ma non di molto) la fatidica soglia di sbarramento soltanto sulle due sponde dello Stretto di Messina. Niente da fare invece nelle altre tre o quattro regioni in cui sperava di poter eleggere qualche rappresentante a Palazzo Madama.
Partito socialista
Per la prima volta nella storia repubblicana, non ci sarà un partito socialista rappresentato in Parlamento. Un esito che, seppure considerato possibile alla vigilia delle elezioni, viene reso ancor più amaro da una performance che colloca il Ps di Enrico Boselli sotto l’uno per cento, con lo 0,9 per cento alla Camera e lo 0,7 per cento al Senato ed escluderebbe il partito anche dall’assegnazione dei rimborsi elettorali (prevista sopra la soglia del punto percentuale), mettendone a rischio la stessa sopravvivenza. Incontrando i giornalistai nella sede del partito, Boselli ha comunicato di aver tirato le conseguenze del risultato, rassegnando le dimissioni da segretario e convocando un congresso straordinario, prima di lanciare un atto d’accusa contro il segretario del Partito democratico Walter Veltroni: “Queste elezioni – ha dichiarato Boselli - rappresentano un fatto unico nella storia perché Veltroni ha spalancato le porte del governo a Berlusconi, consentendogli di governare forse per i prossimi 10 anni.
Sinistra arcobaleno
Per la Sinistra radicale italiana si sta profilando un vero e proprio disastro elettorale. Se negli exit-poll e nelle prime proiezioni aveva prevalso, assieme alla delusione, una certa prudenza, i dati delle ultime proiezioni per Camera e Senato, che godono di una copertura sui voti reali di oltre il 60 per cento, dicono sostanzialmente che Sa non avrà certamente alcun rappresentante al Senato e probabilmente nessun rappresentante alla Camera. Nelle regioni rosse, infatti, dove Pdci, Prc, Sd e Verdi, assieme, contavano di guadagnare una congrua rappresentanza parlamentare, superando in alcune lo sbarramento dell’otto per cento per il Senato, il dato relativo a Sa raramente supera il cinque per cento, non lasciando speranza non solo per la formazione di un gruppo senatoriale, ma anche per l’elezione di deputati.
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