
«Il dato elettorale della Campania indica chiaramente che se il 13 e 14 aprile si fosse votato anche per le elezioni regionali, il risultato sarebbe stato scontato». Per il Pd e per il centrosinistra i prossimi appuntamenti elettorali del 2009 presentano dunque forti rischi. «Ma la vittoria del centrodestra non è nè fisiologica, nè ineluttabile». Tra realtà e speranze l'analisi del voto in Campania effettuata dal consigliere regionale del Pd
Michele Caiazzo che dà per scontato che fra un anno si voterà non solo per le europee, per le provinciali di Napoli e per le comunali, ma anche per
la Regione. Uno studio, il suo, «a freddo», accurato, approfondito, corredato da grafici e tabelle comparative, 167 pagine in tutto, disponibile sul sito internet
www.michelecaiazzo.it I numeri non lasciano margine ad alibi. La sconfitta del Pd in Campania è stata diffusa. Solo in quattro centri con più di 30mila abitanti (Avellino, Pomigliano d'Arco, Portici e Torre Annunziata) il Pd ha conseguito un risultato superiore o pari al Pdl, che vanta su base regionale un incremento a doppia cifra rispetto al dati del 2006. Per l'autore, un ulteriore elemento di riflessione per la classe dirigente del Pd regionale deve nascere dal raffronto tra il dato delle elezioni politiche e quello delle comunali. In quasi tutti i centri superiori al 15 mila abitanti, dove si è votato anche per eleggere il sindaco, il Pd ha perso alle ammini-strative un'ulteriore, rilevante, quota di consensi. Emblematico il caso di Pozzuoli dove il partito di Veltroni «ha ottenuto 18.227 voti per
la Camera dei deputati, raggiungendo una percentuale al di sopra della media nazionale (37,42 per cento)» mentre «alle ammini-strative 12.251, con una differenza di 5.976 voti». Ciò dimostrerebbe «che il Pd esce maggiormente sconfitto laddove non è insediato sul territorio, nelle realtà dove si è presentato diviso e frammentato, ispirato a logiche correntizie ed egoismi individuali, permeato da competizioni interne per conseguire maggiore visibilità». Invece, «analisi che attribuiscono tali risultati al governo Prodi, all'emergenza rifiuti, a tutte le ragioni esterne alla competizione amministrativa non solo non hanno alcuna utilità, ma sono fuorvianti e superficiali». Caiazzo sottolinea anche la «significativa performance dell'Udc, partito in cui sono convogliati De Mita e altri esponenti politici prima militanti nel Pd». Secondo l'autore dello studio «è probabile che si tratti di un risultato inferiore alle attese dei dirigenti Udc, ma va rilevato che il partito ha incrementato le proprie preferenze in tutte le province campane, ad eccezione della provincia di Salerno, con una crescita maggiore ad Avellino». Per preparare la riscossa, la via per il Pd è obbligata. Occorre «dare centralità al lavoro nelle realtà locali, valorizzare e diffondere pratiche di buon governo, costruire nuove alleanze con le forze democratiche e progressiste, basate sulla condivisione dei programmi».
(Gimmo Cuomo da il Corriere del Mezzogiorno)
Nessun commento:
Posta un commento