sabato 12 luglio 2008

Dai cumuli di immondizia a quelli di macerie

Come nel '63. La stessa polvere, le stesse urla, lo stesso panico. Quasi mezzo secolo fa Francesco Rosi riprese il crollo di un palazzo in via Marina e sublimò in quelle scene la crisi di una città che si riteneva avesse toccato il fondo. Ottimo film, ma pessima analisi. Da allora, Napoli sembra essere andata indietro e non avanti. Le generazioni che credevano di aver individuato nel laurismo, e nel sacco di Napoli, la ragione di tutti i mali cittadini hanno poi dovuto fare i conti con la vergogna del colera, con l'imprevedibile tragedia del terremoto, con la prevedibilissima avanzata del potere criminale e con lo scempio dell'emergenza rifiuti. Un crescendo di emergenze, insomma. Fino a quella di ieri, quando le immagini del crollo di Montecalvario sono finite su «YouTube» e hanno reso ancora più cupa l'immagine di Napoli nel mondo. Una città in rovina, senza governo e senza futuro. Nonostante le incursioni prefettizie di Berlusconi e l'intonazione plebiscitaria di 'O sole mio. Sarebbe fin troppo facile, ora, polemizzare con quanti, nel tempo, si sono tenacemente opposti a ogni progetto di modernizzazione urbanistica della città, e in nome di una conservazione del patrimonio edilizio hanno favorito il dilagare del degrado e dell'abusivismo. Non è il caso di riaprire vecchie ferite. E tuttavia una questione va posta. Ed è la seguente. Da oltre un quarto di secolo un gruppo di urbanisti e di architetti rappresenta la continuità nel governo urbanistico della città. È quel gruppo definito, in un recente libro di Gabriella Corona, «I ragazzi del piano». Del piano regolatore, per intenderci. Da quando questo gruppo governa di fatto la città si sono succeduti sindaci comunisti e di pentapartito, Bassolino e Iervolino. Convinti della produttività economica e sociale dell'ambientalismo, i ragazzi del piano si sono strenuamente battuti perché non un mattone si eliminasse o si aggiungesse nel centro storico, e perché nulla prendesse forma a Bagnoli. A loro va posta una sola domanda: è questa la città che avevate in mente? Perché se è questa, è bene che si sappia che non è una bella prospettiva passare dai cumuli di immondizia ai cumuli di macerie. (Marco Demarco da il Corriere del Mezzogiorno)


Nessun commento: