martedì 15 luglio 2008

Di Martino, mano tesa ai Democratici "Torniamo insieme, altrimenti perdete"

Un congresso di veleni, fino all´ultimo. Nella sala Newton della Città della Scienza, Andrea Di Martino (mozione Vendola), domenica sera, è stato rieletto con votazione a scrutinio segreto, segretario provinciale di Rifondazione comunista a Napoli, ma con soli 59 voti a favore, meno della maggioranza del comitato politico, pari a 62 voti. Fallito il tentativo degli aderenti alla mozione 1, che fa riferimento a Paolo Ferrero, di far slittare la votazione per attendere gli esiti del congresso nazionale. Veleni e divisioni. I rappresentanti della mozione 1 hanno comunicato che avrebbero disertato le urne, unico modo «per segnalare lo stato di grave crisi del partito». Per Nicola Vetrano, Sandro Fucito e Giuliano Pennacchio, Rifondazione comunista, dopo il congresso, è un «gigante con i piedi di argilla». Andrea Di Martino, Rifondazione a Napoli riparte col piede sbagliato?«È stato un brutto congresso, si è messa in discussione la legittimità di uomini e donne che sono venuti a votare. Ma alto, sotto l´aspetto politico. Ci sono stati compagni che hanno chiesto una discontinuità, non sui nomi, sul metodo. Io, con grande rispetto, ho dato la mia disponibilità a discutere, non solo verso i componenti della seconda mozione, ma verso il partito». Dopo le amarezze della Sinistra Arcobaleno, è di nuovo bagarre? «Non è solo polemica politica, la sinistra ha un problema con la democrazia. O si scioglie questo nodo oppure non si va avanti. Bisogna raccogliere la richiesta dei nostri elettori di indire le primarie. Le polemiche si sono chiuse a congresso finito. Spero che possiamo guardare avanti. La sinistra si rifonda solo se riusciamo a discutere meglio. Altrimenti non c´è partita». Diamo per chiuse le ostilità. Qual è la linea che seguirete? «Tre obiettivi: nuovo governo del territorio; rinnovo della classe dirigente, facendo investimento sulle nuove generazioni che dimostrino di possedere capacità; partecipazione nelle scelte. Bisogna preparasi ad aprire una nuova fase. Rispetto l´operato del sindaco Iervolino, ma sul tema dei rifiuti non si possono avere tentennamenti. Punteremo ad una accelerazione dei processi di trasformazione: Bagnoli, prima di tutto, deve diventare il cardine». Che rapporti ci saranno con il Pd? «Col Pd bisogna dialogare nel rispetto delle reciproche autonomie. Ma deve abbandonare la tentazione di andare da solo. La scelta elettorale ha distrutto la sinistra. La destra prefigura una società che vuole cacciare i Rom da Ponticelli, la sopraffazione dell´uomo sull´uomo. Per sconfiggere questa destra bisogna andare col Pd. Apriremo un confronto politico pubblico. Ragioneremo con chi è disponibile a fare la Costituente». Con l´"Italia dei valori"? «Penso alla manifestazione di piazza Navona: piuttosto che contrastare la cultura di destra, mi è sembrata una piazza permeata di quella cultura. Voglio essere critico con la Carfagna, ma per come svolge il suo compito di ministro, non per ciò che fa nella vita privata». Col Pdc? «C´è un rapporto che resta aperto, e che può contribuire a un processo di ricostruzione dell´unità della sinistra, ma con un´opzione politica differente: loro propongono l´unità dei comunisti e a parer mio è un´idea asfittica». Le rifacciano di essere troppo conciliante verso l´amministrazione comunale, in quanto staffista dell´assessore Giulio Riccio. Che farà? «Quello era il mio lavoro precedente, mi rendo conto che ora ci vuole più assiduità in questo impegno. Se devo fare il segretario a tempo pieno, se il partito me lo chiederà, mi dimetterò». (Patrizia Capua da la Repubblica Napoli)


Bordate di De Mita sul Pd si salva soltanto Bassolino. "Preferisco lui all´ex ministro Nicolais"
Napolionline - la citta vista da dentro - martedì 15 luglio 2008

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