Fuori c'è il sole che scotta. Quello di un primo agosto torrido a Salerno. Dentro, interno di segreteria della Costituente di Centro appena inaugurata, non basta un potente climatizzatore attivato a temperatura polare per raffreddare le parole di
Ciriaco De Mita. Che parte placido dalla prima regola demitiana: «Si ricomincia sempre daccapo, io lo faccio da quando sono nato. Non mi sono mai fermato sull'accettazione dell'esistente ». Perchè, come recita la seconda regola demitiana, «le grandi sfide non sono legate all'età ma alla testa». E ancora: «Vogliamo recuperare la ragione delle identità delle culture storiche: popolari, Udeur e giovani del mondo cattolico per costruire un soggetto nuovo. Che coinvolga le comunità intorno ai problemi e alle soluzioni possibili. Che recuperi realmente la capacità di rappresentanza e non punti solo alla politica come gestione o conservazione del potere». Poi, evidentemente, l'effetto dell'aria condizionata svanisce. Perchè le parole del leader irpino diventano roventi. «Ho saputo che c'è in giro, in Campania, un pullman del Pd — incalza De Mita — questa cosa è tra il patetico e lo sconsolato, tant'è vero che il portavoce è Teresa Armato che non rappresenta il vigore del pensiero». È lapidaria poi l'analisi sulla situazione politica nel Partito democratico. «Il Pd non c'è, non esiste — rilancia l'ex presidente del consiglio — addirittura i posti sono organizzati per categoria: ci sono pure i Coraggiosi. E' un insieme di persone che non sanno neanche perché stanno insieme. E litigano sul fare un partito di centro o di sinistra. Non era meglio, allora, conservare un partito di centro e sinistra. Poi ho letto dalle cronache di questa associazione fatta a Napoli. Mi sembra si chiami Red. Dicono sia una fondazione culturale: balle. È una corrente, quasi un partito diverso. Ho anche letto di cosa è accaduto al congresso del Pd di Salerno: è stato un compromesso tra persone che sopravvivono e non un grande novità. Come non mi sembra un granchè quanto sostenuto dal sindaco De Luca. Lui dice di provare fastidio quando parla con i popolari del Pd che hanno atteggiamento da vecchi cardinali». Infine i suoi ex amici della Margherita. «Iannuzzi e Villani? Non li ricordo — è il commento sarcastico di De Mita — a freddo, se ci fossero ora le elezioni provinciali di Salerno, non voterei Villani. Ma io credo nella evoluzione delle persone, nel ravvedimento, nella redenzione. Poi bisognerebbe chiedere a Villani se mi voterebbe. Alcuni miei vecchi amici li ho persi. Non per diversa motivazione politica ma perchè, quando bisognava scegliere tra la conservazione del potere e l'opzione politica, hanno detto: tengo famiglia». Infine l'ultimo spunto è per il governatore: «Ho un rapporto personale di stima con Bassolino — conclude il politico irpino — abbiamo dissentito su molte questioni e su alcune ancora siamo in disaccordo. Se avesse ascoltato un po' di più, non ci saremo saremo trovati in queste condizioni».
(Felice Naddeo da il Corriere del Mezzogiorno)
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