Walter Veltroni si è dimesso da segretario del Pd. Il portavoce Andrea Orlando ha annunciato che oggi il segretario spiegherà le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta e che il vicesegretario del partito Dario Franceschini proporrà agli organismi dirigenti il percorso da seguire dopo le dimissioni di Veltroni, sulla base del regolamento statutario. Ma che cosa prevede al riguardo lo statuto del Pd? La risposta va cercata all’articolo 3, punto 2. In cui si afferma: “Se il Segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato, l’Assemblea può eleggere un nuovo Segretario per la parte restante del mandato ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell’Assemblea stessa. Se il Segretario si dimette per un dissenso motivato verso deliberazioni approvate dall’Assemblea o dalla Direzione nazionale, l’Assemblea può eleggere un nuovo Segretario per la parte restante del mandato con la maggioranza dei due terzi dei componenti. A questo fine, il Presidente convoca l’Assemblea per una data non successiva a trenta giorni dalla presentazione delle dimissioni. Nel caso in cui nessuna candidatura ottenga l’approvazione della predetta maggioranza, si procede a nuove elezioni per il Segretario e per l’Assemblea”. Veltroni annunciando la conferma delle sue dimissioni avrebbe parlato della necessità di «uno scossone salutare». La sua sarebbe, in sintesi, «una mossa per tutelare il Pd». Ora le ipotesi più credibili in campo sarebbero quella di un'assemblea costituente che incoroni Franceschini fino al prossimo congresso oppure andare subito alle primarie, una soluzione caldeggiata soprattutto dalla "corrente Bersani".
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