giovedì 9 luglio 2009

Caso Salvini: Lello Arena, certe uscite rivelano anima nera

''C'e' poco da dire e' un razzismo quotidiano che parte da un vecchio luogo comune, i napoletani con il colera da evitare che puzzano e tutto il repertorio che conosciamo. Un razzismo che arriva fino alle espulsioni senza criteri e al reato di immigrazione clandestina. Meno male che viene fuori la loro anima nera''. Ad affermarlo e' il noto attore napoletano Lello Arena, commentando ai microfoni dell'agenzia Econews la vicenda della canzoncina sui napoletani intonata da Salvini e che ha portato anche alle sue dimissioni da deputato. ''Queste persone -ha detto Lello Arena- devono sparire, andare via dalla vita politica. Ma come e' possibile? Facciamo la campagna contro le discriminazioni, il razzismo, con il fatto che anche noi eravamo immigrati, e poi un europarlamentare fa una cosa del genere. Ben venga che ogni tanto fanno passi falsi perche' sanno celarsi benissimo e cosi' esce la loro anima nera e raccontano dove l'Italia sta andando. Un paese sempre piu' irragionevole, drastico in questi rapporti, intollerante con le ronde naziste: speravo in un Italia piu' tollerante, piu' dolce con i mille popoli e tematiche che ci circondano, ma forse ci meritiamo questa Italia''. Negli anni '70 con le migrazioni dal sud il razzismo era diretto a chi partiva dal Mezzogiorno, cosa e' cambiato? ''E' cambiato in peggio. Quando andavamo al nord per guadagnare un tozzo di pane -ha risposto Lello Arena- mettevamo nel conto che dovevamo subire, lo accettavamo come parte del quadro. Ma in questo caso e' un'offesa gratuita, viene fuori l'anima oltranzista che nega una cosa che e' nei fatti: il nostro e' un paese interculturale. Siamo mescolati, i figli di questi signorotti si sposeranno con una filippina e creeranno un nuovo nucleo, ci ibridiamo, il mondo procede cosi', a loro fara' orrore ma la realta' supera la loro pochezza. Il mondo cambia malgrado loro e io credo che un mondo migliore senza razzismo sia possibile, migliore anche senza di loro che non servono per realizzarlo''. (Asca)

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