lunedì 19 ottobre 2009
La politica del pedalino…
"Mettiamoci tutti i calzini turchesi, in segno di solidarietà verso il giudice Mesiano". Dario Franceschini, ha deciso che il pedalino, in mancanza di idee da presentare alla politica, è il simbolo della nuova resistenza antiberlusconia. Secondo me il Giudice tutto s'augurava fuorché una pagliacciata di questo genere. «Chi mangia fa molliche. Il servizio sul giudice Raimondo Mesiano, andato in onda giovedì scorso, non è stato un capolavoro. Di questo me ne assumo tutte le responsabilità. Mi scuso quindi con Mesiano e mi impegno a non trasmettere più quelle immagini. Io non ho alcuna paura di scusarmi». Così il direttore di Videonews, Claudio Brachino, torna sulla vicenda al centro delle polemiche, cioè il servizio sul giudice Mesiano trasmesso da Mattino 5. Brachino reagisce agli «insulti» che gli sono piovuti addosso, e definisce «inaccettabile» la reazione di Repubblica. In più invita il giudice a venire in trasmissione affinchè possano essere a lui rivolte alcune domande. Quel servizio spacca anche le redazioni Mediaset. Un gruppo di giornalisti alza la voce contro una linea e un modo di operare in cui non si riconoscono. Il coordinamento dei comitati di redazione del gruppo mette per iscritto la "viva preoccupazione per quanto sta avvenendo nel mondo dell'informazione e nelle reti Mediaset" ed esprime solidarietà al giornalista Pietro Suber, esponente del comitato di redazione di Videonews (che produce "Mattino 5" in cui è andato in onda il servizio). Due giorni fa il sindacalista si era dimesso per le medesime ragioni. I comitati ora gli chiedono di ritirare le dimissioni e sollecitano al contempo un incontro con l'azienda. Anche nella maggioranza arriva qualche perplessità sul servizio di Mattino 5. Il ministro leghista Roberto Calderoli, intervistato dal Sky tg24, taglia corto: "E' stata una sonora fesseria" aver messo in onda il video sul giudice Mesiano. "Ma questo vale - aggiunge il leghista - anche per tutti quegli scatti fotografici e le riprese che riguardano la vita privata di chiunque. Si è superato il limite della decenza".
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