mercoledì 28 ottobre 2009

Pesca di frodo, denunciati due datterai

Vico Equense - Pizzicati mentre distruggevano i fondali della costiera estraendo i prelibati e vietati datteri di mare, denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata dovranno rispondere del reato di pesca di frodo e deturpamento di bellezze naturali. A finire nei controlli dei militari dell’Arma sono stati un 37enne ed un 49enne di Castellammare di Stabia, già noti alle forze dell’ordine e recidivi per analoghi reati di pesca abusiva dei prelibati molluschi. Nell’ambito dell’operazione condotta e portata a termine dal nucleo navale dei carabinieri diretti dal maresciallo Pierluigi Chiocca e coordinati dal capitano Massimo De Bari della compagnia dell’Arma di Sorrento con l’utilizzo della motovedetta 514n sono stati sequestrati circa 5 chilogrammi di datteri di mare per un valore di diverse centinaia di euro ed una imbarcazione in vetroresina di 4,20 metri completa di motore fuoribordo, bombole di ossigeno, respiratori, mazzuole, estrattori, mute ed altro per un valore commerciale di oltre 15mila euro. L’intero pescato è stato successivamente distrutto in alto mare per affondamento. I due pirati dei fondali sono stati sorpresi ieri mattina nello specchio d’acqua antistante la località Punta Scutari, pressappoco sul confine tra Meta di Sorrento e Vico Equense, mentre erano intenti a distruggere le rocce con pinze e martelletti per estrarre i datteri probabilmente commissionati da qualche ristoratore dell’area stabiese o dell’hinterland napoletano che nonostante il divieto assoluto inseriscono sottobanco nel menù la portata delle linguine con datteri di mare. La raccolta illegale del prelibato mollusco ha un imponente impatto ambientale perché è necessario distruggere il substrato roccioso nel quale il dattero si sviluppa. Per soddisfare la richiesta di ristoratori senza scrupoli sono addirittura presenti sul mercato nero confezioni congelate etichettate come dattero di mare cinese, proveniente dalla Cina, in particolare da stabilimenti dello Zhejiang identificato con uno specifico numero di registrazione corrispondente ad un laboratorio autorizzato ad esportare prodotti di pesca nel territorio dell’Unione Europea. Si tratta di una truffa colossale nella quale per pochi euro è possibile acquistare molluschi provenienti dalle acque melmose dell’area indopacifica spacciandoli per autentici e costosissimi datteri della costiera sorrentina. (di Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo finchè non si prenderà coscienza del fatto che questi tipi di pescatori di frodo distruggono una risorsa non rinnovabile e che sono necessarie misure più incisive nei loro confronti siamo destinati a vedere scomparire sotto i colpi delle mazzole le nostre falesie calcaree.
Da splendidi cadute di roccia che si perdono nel blu passeremo ad un deserto fatto di piccole pietre appuntite sulle quali la vita marina non riapparirà mai più.
Questo è più o meno lo scenario triste che ci appare proprio a Punta Scutari.

Anonimo ha detto...

E se noi cittadini ci costituissimo parte "lesa"?, Chiediamo danni per migliaia di €. poi si verserebbero in un fondo adatto, da utilizzare per "ripopolare". Facciamo la festa della COZZA??? o la festa della PATELLA???

Anonimo ha detto...

Un ottimo sistema è quello adottato a Massa Lubrense, un foglio di via da dare a chi viene colto a distruggere i fondali per prelevare i datteri. Infatti la costa è parte del comune a cui appartiene ed il provvedimento colpisce quindi anche a mare.

Ma secondo voi Gennaro Telearredo le sa queste cose?
Secondo me no.