Da imprenditore coltiva contatti a Napoli come a Milano, da Salerno a Roma. La società di cui è amministratore delegato, Meridie Spa, ha rilevato gli stabilimenti Atitech, investe in fotovoltaico e in batterie al litio, sostiene i prodotti tipici di eccellenza e le piccole imprese che richiedono strategie finanziarie. Per questo, ora che il suo nome di possibile candidato del Pdl alle regionali è giunto in “finale”, Gianni Lettieri, presidente dell´Unione industriali di Napoli, è il primo a porsi la domanda e a cercare soluzioni: come risolvere le incompatibilità, nel caso fosse davvero lui il designato? Detto fatto, un gruppo di esperti sta studiando il caso. Il retroscena beffardo vuole anche che egli coltivi i suoi maggiori e più serrati contatti proprio con alcuni dei suoi probabili avversari: Ennio Cascetta, l´assessore regionale del Pd che vorrebbe partecipare alle primarie di gennaio; ed il sindaco di Salerno Enzo De Luca, altro “rivale” in pectore. Proprio di quest´ultimo, Lettieri ha confidato a qualche amico: «È un amministratore efficiente. Sta dall´altro lato, ma è uno che ragiona con la sua testa». Manovre natalizie. Mentre nel centrosinistra resta la nebulosa sul profilo del prescelto per la corsa a Palazzo Santa Lucia, nel Pdl scorre l´attesa sulla definitiva parola che – entro le prossime 48 ore, al massimo dopo Natale – dovrebbe arrivare dal presidente Berlusconi, d´intesa con i tre coordinatori nazionali. Restano in pista i nomi di Lettieri e quello dell´ex ministro socialista Stefano Caldoro. Sarà quindi una vigilia sospesa. Ma per Lettieri, certo non in panchina. Al numero uno di Palazzo Partanna non piacerà che si sappia, ma il suo comitato elettorale esiste già. Solo la scaramanzia, peraltro a ridosso delle sacre festività, impedisce di aprire alcuni locali, già adocchiati. Compatto, formato da laureati ed esperti di fondi europei, età media 35 anni, felpato ma non invisibile, il comitato è al lavoro da tre settimane. Ha il compito di sondare il consenso negli ambiti dell´economia e dell´associazionismo. È al lavoro da tre settimane. Ma l´obiettivo più delicato impegna, da giorni, un paio di esperti di finanza e diritto. I consiglieri sono stati incaricati di studiare l´agenda economica del candidato in pectore, di esaminare uno ad uno i possibili conflitti degli interessi imprenditoriali coltivati da Lettieri con gli enti locali. E valutare, quindi, le probabili “incompatibilità” tra il suo eventuale, futuro ruolo di governatore e quello attuale di amministratore delegato della Meridie Spa, unica azienda campana quotata in Borsa. Nessuna dichiarazione, ufficialmente. Anzi, il vertice dell´Unione Industriali di Napoli ha adottato un profilo basso, decurtato le apparizioni. Ma con gli amici, Lettieri non nega che la sua squadra sia ormai immersa in un rodaggio preliminare, necessario ad adottare il futuro profilo di politico in trincea. «La mia discesa in campo, se il presidente Berlusconi dovesse propendere per la scelta di un candidato della società civile, dipende da pochi elementi. Anzi, da due ordini di condizioni», ribadisce Lettieri all´entourage che lo sostiene. «Primo livello: verificare le condizioni politiche per agire in armonia con il partito e nell´interesse del territorio. Secondo: valutare se il piano di investimenti della mia azienda lo consente». Non è un mistero, difatti, che Lettieri, in quanto vertice di Meridie – società nata dalla ridenominazione di Investimento e Sviluppo Mediterraneo datata 2007, prima investment company dedicata alle imprese del centro-sud – coltivi diffusi interessi. In tutto il Mezzogiorno con ricadute al nord. E quindi, con molti enti locali. A cominciare proprio da esponenti di spicco del centrosinistra e da Palazzi saldamente in mano, per ora, al Pd. «Se ci saranno le condizioni politiche per agire, risolveremo quelle finanziarie e io dovrò farmi necessariamente da parte», promette lui, ai sostenitori. D´altro canto, da quella parte, i conflitti di interesse hanno sempre portato bene. (di Conchita Sannino da la Repubblica Napoli)
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