martedì 1 giugno 2010

Abusò dell’ex moglie, condannato meccanico

Il 33enne dovrà scontare 3 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale, minacce e lesioni

Sorrento - Abusò dell'ex moglie 27enne, condannato meccanico. Il 33enne originario di Sorrento, dovrà scontare tre anni e due mesi di reclusione. La sentenza e stata emessa nei giorni scorsi dai giudici della terza sezione della corte d'Appello di Napoli. Le violenze risalgono a circa quattro anni fa, poco dopo la separazione. La fine di una storia d'amore legata ad incompatibilità caratteriali sempre più forti. Impossibile andare avanti nonostante i vari tentativi di riconciliazione. Poi la decisione di separarsi. Una situazione sentimentale che l'uomo non è riuscito mai ad accettare. Voleva ricucire lo strappo e ha iniziato con pedinamenti sempre più frequenti. Poi sono arrivate le minacce e le violenze psicologiche. Telefonate sms e danni all'auto della donna. Fino ad arrivare alla violenza sessuale, L'ha palpata sul divano di casa per poi colpirla con calci e pugni all'addome. Il 33enne, in primo grado è stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione. La donna, una baby sitter, ha presentato ricorso tramite il suo legale Luigi Alfano. In secondo grado è stato condannato a tre anni e due mesi per violenza sessuale aggravata, minacce lesioni e stalking. Ma la battaglia nelle aule giudiziarie non si ferma qui. “Nelle richieste istruttorie - spiega l'avvocato sorrentino - ho inserito la proposta di risarcimento danni in base alla direttiva dell'unione Europea numero 80 del 2004. Tutte le vittime di reati di terrorismo e anche di violenza sessuale, hanno diritto ad un risarcimento da parte dello Stato. In Italia non è mai stato fatto perchè a quanto pare c'è bisogno di una direttiva interna. Ora andremo avanti nell' giudizio civile”. La 27enne, vittima di violenza sessuale attende quindi un risarcimento danni. Ha sopportato mesi di minacce per un amore a cui aveva rinunciato La fine di una storia non accettata da quello che era il suo compagno. “Sono situazioni molto delicate - spiega l'avvocato Luigi Alfano - che non finiscono con una sentenza. I contraccolpi psicologici sono tremendi. Chi ha subito violenza deve fare i conti con i disaggi difficili da superare. E per questo che rivolgo il mio appello a tutte le vittime. Denunciare è l'unica via di uscita per liberarsi dall'incubo.” (Metropolis)

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