Meta - Una delle ultime immagini che sono passate davanti ai suoi occhi è stata la processione del Corpus Domini, sorvolata più volte tra lo stupore dei partecipanti a bassissima quota poco prima delle 11. Dunque, solo il fato ha evitato che si trasformasse in strage il tragico incidente che ha fatto inabissare l’ultraleggero pilotato da Mario Maresca, ieri nelle acque al largo di Punta Scutolo, nell’area al confine tra il litorale di Meta e Vico Equense. Nei minuti precedenti, il velivolo ha più volte sorvolato a bassissima quota il centro di Meta, tra il corso Italia e la zona litoranea. «Pensavamo fosse un elicottero delle forze dell’ordine che di solito circolano in costiera durante i fine settimana, ma quando abbiamo alzato gli occhi ci siamo resi conto che si trattava di un piccolo aereo che però volava troppo basso ed abbiamo avuto paura», dice Romualdo Papa, che ieri mattina ha accompagnato il piccolo Michele alla processione in via Mariano Ruggiero. «Vedendolo fare più volte il giro lungo il versante della collina di Alberi e poi venire giù quasi ad altezza degli alberi abbiamo temuto per la nostra incolumità», dice Martina, una delle partecipanti al rito religioso che ieri mattina ha attraversato buona parte della cittadina. Analoghe le testimonianze degli abitanti del centro storico, dove peraltro lo stesso Mario Maresca abitava. Tra le 10.30 e le 11 praticamente tutti hanno notato il velivolo che ha sorvolato più volte case e giardini lungo il tragitto tra la fascia collinare e la litoranea. Tuttavia, il pericolo maggiore lo hanno corso le centinaia di bagnanti che ieri hanno affollato le spiagge della Costiera e in particolare quelle di Meta, distanti poche centinaia di metri dal luogo nel quale l’aereo si è inabissato. La prima giornata di sole estivo, dopo settimane di attesa in vista della prova generale della stagione turistica, si sarebbe potuta trasformare in una vera tragedia collettiva se lo schianto fosse avvenuto sulla costa. L’incidente, infatti, si è verificato quando ormai il pilota aveva intrapreso la rotta del ritorno che avrebbe dovuto condurlo in meno di mezz’ora al campo di volo di Lago Patria, nel giuglianese, dal quale era partito nella prima mattinata. Tuttavia, già nei minuti precedenti allo schianto alcuni testimoni riferiscono «di uno strano rumore del motore, quasi come se perdesse colpi, perfettamente distinguibile data la bassa quota alla quale volava». E l’ipotesi del guasto, come causa dell’incidente, sembrerebbe trovare conferma in quanto riferiscono alcuni pescatori della marina d’Equa a Vico Equense che avrebbero visto il velivolo cadere in acqua quasi verticalmente, come per lo spegnimento improvviso del motore. (Francesco Aiello il Mattino)
4 commenti:
Vorrei solo far notare che quando il motore di un aereo si spegne, il velivolo con cade verticalmente, come indicato nell'articolo, ma prosegue il suo volo in plantata.
Guido
esatta precisazione ! Diversamente accade in caso di danni strutturali...
Mica vero, se lo spegnimento avviene in virata il veivolo subisce quello che si chiama scivolamento e solitamente si trasforma in una caduta verticale. La planata dipende sempre dalla velocità, sotto una certa velocità critica si verifica lo stallo e la caduta è verticale.
Ciao
Inutile dire che nessuno di noi era li per giudicare.
Vorrei solo aggiungere che nessun ha ancora detto che l'aereo di Mario era un bimotore, dunque se di avaria si tratta, sembra poco probabile che entramnbi i motori abbiano smesso di funzionare contemporaneamente.
Giusto affermare che un aereo senza più spinta del motore/motori tende a planare ( si tratta di un ultraleggero e questa caratteristica è dominante ) ma è sempre da tenere d'occhio la velocità alla quale si manifesta l'avaria. Se questa è troppo bassa le ali non sostentano più il peso del mezzo e lo stallo determina uno discesa più o meno repentina in alcuni casi anche verticale.
Di sicuro apporto saranno le riprese di un amatore prima dell'accaduto.
Saluti
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