Un condono edilizio, ma solo per i mini-abusi quelli commessi per necessità. Lo stanno mettendo a punto alcuni senatori del Pdl in vista dell'avvio dell'esame della manovra in commissione Bilancio. All'interno del Pdl però la proposta incontra già alcuni dubbi. Ad esempio il finiano Maurizio Saia spiega di condividere l'utilità del provvedimento «solo però se tiene fermi due capisaldi: la necessità di un richiamo forte alla legalità e l'eccezionalità. Viceversa rischiamo di incentivare l'abusivismo e questo sarebbe deleterio. Non si può combattere l'evasione e poi aprire con lo stesso testo spazi al condono. Non possiamo fare insieme i poliziotti e i delinquenti». Più cauto Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama: «Sì, se ne discute in Parlamento, ma non credo che al momento non ci siano le condizioni per questa modifica. È un tema molto delicato e se c'è consenso si può fare, oppure partono polemiche infinite». «Come previsto, la maggioranza si accinge a inserire nella Finanziaria a un nuovo condono edilizio, il terzo dell'era Berlusconi. Bisogna fermarli, sarebbe il via libera definitivo al saccheggio del paesaggio e un regalo da miliardi di euro per chi ha costruito illegalmente. Altro che risanamento dei conti pubblici: così diventerebbe la Finanziaria delle ecomafie». Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori Pd, intervengono sugli emendamenti al decreto Tremonti a cui starebbero lavorando parlamentari del Pdl che introdurrebbero una nuova sanatoria edilizia: «L'Italia - affermano i parlamentari ecodem - ha pagato prezzi altissimi alla spirale abusivismo-condoni: coste devastate, migliaia di case tirate su senza regole in zone a rischio vulcanico e idrogeologico, mano libera alle ecomafie. Continuare su questa strada sarebbe un atto criminogeno e criminale e un 'offesa insopportabile per milioni di cittadini onesti che hanno acquistato e costruito le loro case rispettando la legge, batta un colpo insieme al Pd chi nella maggioranza si oppone a regali e concessioni all'illegalità». (L’Unità)
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