venerdì 10 settembre 2010

Bersani: «Non chiudiamo le feste». Il Pd a Brunetta: chieda scusa

Dopo le contestazioni a Renato Schifani e Raffaele Bonanni, il Partito Democratico non ha nessuna intenzione di rinunciare alle feste. A chiarirlo è stato Pier Luigi Bersani. «Intendiamo tenere aperte le nostre feste, sono feste popolari e luoghi aperti», ha sottolineato il segretario del Partito Democratico, «l'ordine pubblico lo tutela chi deve tutelarlo. Non vogliamo organizzare Katanga», ha aggiunto ricordando i servizi d'ordine del movimento studentesco. «Ho già espresso a Bonanni rincrescimento e condanna per l'aggressione subita», ha spiegato «ho visto però qualche commentatore che ha messo di mezzo il Pd, ma non ho letto uguali riflessioni nel caso dell'incidente di Alfano quando Tremonti, Calderoli e Maroni subirono l'aggressione di tifosi. Nessuno disse che la Lega non era in condizione di organizzare dibattiti». Quanto al Pd, ha insistito «sono in corso centinaia di feste che si svolgono regolarmente con interlocutori i più vari e avversari politici. Sono uno dei pochissimi luoghi in cui avviene una discussione politica in Italia e c'è da preoccuparsi che altri stiano rinunciando». Nel frattempo, le polemiche dopo l'aggressione a Bonanni si alimentano con le parole del ministro Renato Brunetta e le reazioni che suscitano. L'aggressione subita ieri dal segretario generale della Cisl, mostra che «dentro la cultura e l'anima vera del Pd si mantiene una componente squadrista, reazionaria, estremista e conservatrice», ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione ed Innovazione intervenendo ad Atreju 2010. «Possibile che Brunetta non si sia reso conto che non è il momento per sparare le sue abituali provocazioni, insensate e irresponsabili?», si è chiesto Marco Meloni, responsabile riforme dello stato del Pd. «Sono parole gravissime, spero frutto della stanchezza, e che comunque richiedono immediate scuse. Come Brunetta sa benissimo, il Partito Democratico è la vittima principale di un'iniziativa, come già accaduto qualche giorno prima, preordinata a creare incidenti da parte di soggetti o movimenti del tutto estranei al nostro partito». «Il fallimento del governo brucia a Berlusconi e ai suoi ministri. Solo questo può giustificare la stravagante esternazione di oggi del ministro Brunetta», ha detto Stefano Fassina, della segreteria del Partito Democratico. «Un'uscita infelice e irresponsabile quella di Brunetta sui fatti di ieri a Torino», ha detto Sergio D'Antoni, deputato Pd. Brunetta non si rende conto che fomentare la polemica «significa solo rovinare il paese, alimentando ulteriormente il clima di tensione e di divisione». «Questa uscita -ha aggiunto- non fa altro che qualificare la pochezza di un governo giunto al capolinea». (L’Unità)

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