«Marchionne ci fa un servizio prezioso». Questo il parere di Pietro Ichino, giuslavorista senatore del Pd, intervenuto a “24 Mattino” su Radio 24 dopo le contestazioni emerse alla festa del Pd. Parlando del caso Fiat e di Pomigliano, il giuslavorista ha detto: «Marchionne pone una questione: le nostre regole in materia di relazioni sindacali e lo stesso ordinamento del lavoro non corrispondono agli standard dell’occidente avanzato e costituiscono un ostacolo per l’Italia di aprirsi agli investimenti delle multinazionali». «Marchionne dunque ci fa un servizio prezioso perché le multinazionali stanno alla larga dell’Italia senza dirci qual è il problema, lui invece ci avverte: ci dice che qui ci sono attriti da risolvere e che non attengono ai diritti fondamentali, come dicono la vecchia sinistra o la Fiom». Sul caso Pomigliano Ichino aggiunge: «Sul piano sindacale la maggioranza dei lavoratori ha accettato la nuova organizzazione del lavoro proposta da Marchionne. Credo che abbiano fatto bene i loro conti. E a chi (Fausto Bertinotti, ndr) parla di modalità concentrazionarie, bisogna valutare le alternative dei lavoratori di Pomigliano. Le alternative sono quelle descritte da Saviano in “Gomorra”, il lavoro nei sottoscala controllati dalla camorra a 800 euro al mese senza contributi e alcun minimo diritto sindacale. Questa è la realtà del mercato del lavoro nella periferia di Napoli. La deroga peggiore al contratto collettivo tollerata da decenni è quella governata dalla camorra, altroché le deroghe che chiede Marchionne». Quanto alla contestazione subita due giorni fa alla festa del Pd a Milano. Ichino, da anni sotto scorta perché minacciato dalle nuove Br, ha aggiunto: «È la stessa tecnica usata per Marco Biagi, porta a ignorare le idee altrui e in definitiva la realtà. In questo tentativo di non farmi parlare ci vedo una tecnica del demonizzare chi dissente. È il tentativo di creare un cordone sanitario perché delle tue idee non si deve discutere. Il nesso tra questa aberrazione politica e l’aberrazione terroristica è molto labile, non voglio mescolare i due discorsi. Certo che la vecchia sinistra in Italia non ha abbandonato il vecchio costume per cui su determinate questioni non si deve discutere. Per esempio parlare della derogabilità o rigida inderogabilità del contratto nazionale in Italia non è ammesso, è un tabù». Ichino poi ha affrontato il tema dei salari in Italia: «La prima risposta che deve dare la politica è detassare i redditi di lavoro fino a mille euro e spostare il carico dell’Irpef sui redditi medi e alti. Questo è un punto drammatico, una questione che non viene affrontata dalla politica». (da il Sole 24 Ore)
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