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Anche cani e gatti randagi potranno essere utilizzati come cavie negli esperimenti scientifici. La vivisezione ha nuove frontiere. La nuova direttiva europea sull'utilizzo degli animali per fini scientifici è stata approvata e va a sostituire le precedenti disposizioni, in vigore dal 1986. E subito scoppia la polemica. Il testo finale approvato a Strasburgo ha sollevato numerose polemiche: quaranta eurodeputati hanno abbandonato l'Aula e la reazione di protesta degli animalisti è stata immediata. Michela Kuan, responsabile nazionale Lav sostiene che il testo approvato sia deludente, soprattutto con i progressi scientifici e l'affermarsi dei metodi alternativi all'uso di animali. Ancora più dura la posizione della Lega AntiVivisezionista (Leal), che denuncia: "E' una legge a misura di vivisettore, che non obbliga a utilizzare i metodi sostitutivi ai test con gli animali neppure laddove esistono". L'associazione la segnala di tutte le 'concessioni' ai laboratori scientifici con riferimento agli articoli del nuovo testo di legge, elencando pratiche degne della mente di Hannibal Lecter. Tra i punti più controversi del provvedimento, vi è l'apertura alla sperimentazione su cani e gatti randagi, se lo scopo scientifico non è raggiungibile altrimenti (art. 11); la deroga nell'uso di primati non umani (scimmie antropomorfe, art. 55); la sperimentazione senza anestesia o analgesici se i ricercatori lo ritengono opportuno (art. 14). A favore del provvedimento si sono schierati 52 parlamentari italiani. Alcuni illustri e di qualsiasi schieramento: da Sergio Cofferati a Ciriaco De Mita, Clemente Mastella, David Sassoli e Vittorio Prodi, per citarne qualcuno.
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