Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ai microfoni del Tg1, ieri sera, ha lanciato la proposta di introdurre "un salario minimo garantito per legge per tutti coloro che non hanno un contratto nazionale di lavoro". Bersani parlava da Taranto, dove ha concluso la Festa tematica del PD dedicata al lavoro ribadendo che "non si può' continuare a governare con le chiacchiere perché la tensione nel Paese è molto alta. Noi per crescere abbiamo bisogno di creare nuovo lavoro. Ma non mi aspetto più niente da Berlusconi, parole ne avrà tante ma fatti non ne abbiamo visti e tanto meno potremo vederli più in là". "Io - ha aggiunto Bersani - a Torino ho cercato di indicare elementi per un progetto di lavoro perché dobbiamo metter dentro qualche regola nuova". Già, perché chiudendo la festa democratica nazionale, il 12 settembre scorso, Bersani ha dedicato diversi passaggi del suo discorso al tema del lavoro, come questo: Un'ora di lavoro stabile non può costare meno di un'ora di lavoro precario. Parlare di lavoro vuol dire parlare anche di regole e di nuovo patto sociale. Nell’ultima Assemblea abbiamo detto parole chiare sull’unificazione de diritti al lavoro a partire dal dato di fondo che sta in poche parole: un’ora di lavoro stabile non può costare meno di un’ora di lavoro precario. Questa è una riforma su cui ci impegniamo secondo una strada in grado comunque di garantire una riduzione del costo medio del lavoro per l’azienda. Avanziamo proposte anche per l’indennità di disoccupazione e per la riforma degli ammortizzatori che si è persa totalmente nella nebbia. Lanciamo qui un allarme sulla questione degli ammortizzatori a fronte di una crisi che si aggrava. Dopo i tagli alle Regioni, con l’anno prossimo, chi ci metterà i soldi? Come risponde il Governo? Vogliamo ancora portarli via dagli investimenti, cioè dal lavoro, e magari ancora dagli investimenti al sud? E proprio da qui è ripartito oggi il segretario del PD: " Un'ora di lavoro stabile non può costare meno di un'ora di lavoro precario, altrimenti diventano tutti precari. Sarebbe inoltre auspicabile istituire un salario minimo per legge per i lavoratori che non hanno contratti nazionali. Noi - ha sottolineato ancora il segretario del Pd - non possiamo farci raccontare la seguente favola: che prima ci vuole la crescita e poi arriverà il lavoro. Bisogna che ribaltiamo il ragionamento, se vogliamo un po' di crescita noi dobbiamo dare un pò di lavoro, altrimenti vivremo sempre in sofferenza". Poi, serve invertire la rotta sugli investimenti, perché "se lasciamo andare le cose così, l'anno prossimo, con gli ammortizzatori sociali in scadenza e, dopo che hanno dato una gran segata alle risorse regionali e locali, di nuovo si andrà a prendere fondi dagli investimenti per il lavoro per metterli sugli ammortizzatori. In questo modo la crescita sarà pari a zero, mentre le risorse vanno prese dove ci sono. Un conto sarà fare il ponte sullo stretto di Messina - ha aggiunto - e un conto fare mille cantieri locali. Bisogna correggere le politiche che inquinano la crescita, tutte. Noi pensiamo che l'automatismo per 10 anni di un credito di imposta per la nuova occupazione sia una delle soluzioni. Il centrodestra ha distrutto tutto quello che c'era senza inventare altro".
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