giovedì 16 settembre 2010

Veltroni, un po’ dentro un po’ fuori

Un po' dentro un po' fuori dai giochi della politica, ma con giudizi ben precisi su quanto sta avvenendo. Walter Veltroni in un'intervista esclusiva al settimanale Gioia in edicola domani, torna sulla sconfitta del 2008 e sulle dimissioni del 2009: "Ho registrato ingiustizie e vigliaccherie. Fossi stato più giovane ne avrei sofferto". E aggiunge: "Ultimamente ho girato l'Italia per partecipare alle feste dl Pd. E ho misurato un affetto più grande di prima. Rivedere i luoghi della mia campagna elettorale e ripensare a quelle piazze piene, a quella passione, fa male. Ma so di essere arrivato fin dove era possibile arrivare, di aver conquistato il risultato migliore della storia del riformismo italiano e di averlo fatto nel momento più difficile, dopo l'esperienza dell'Unione e delle sue intollerabili divisioni". Veltroni non e' oggi tra quanti auspicano di andare presto alle urne: "Bisogna affrontare l'emergenza economica, cambiare la legge elettorale, far decantare la situazione, creare le condizioni per un confronto tra due schieramenti alternativi civili. E, tra un anno, andare al voto". E alla domanda se in questo momento si senta più dentro o più fuori dal gioco politico, risponde: "Dentro e fuori, perchè io sono così, sono rimasto così, e continuo a essere convinto che una tavolozza a più colori sia più simile alla realtà dell'a vita delle persone. Quello che intendo fare, e lo farò, tenere viva l'idea del Pd così com'e' nato. Senza richiedere ruoli". Infine una indicazione programmatica: "Giorni fa il Papa, parlando ai giovani, ha detto che il posto fisso non e' tutto. Non sarà tutto, ma è abbastanza. Penso che si debba ripartire da lì: i giovani devono avere diritto a un posto di lavoro fisso, dall'inizio della loro carriera, con un sistema crescente di tutele. Non e' vita quella di chi cresce senza alcuna certezza per il proprio futuro". (Agi)

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