Il presidente del Wwf: «Bene così, ma la crudeltà imperversa»
Fonte: José Astarita da Metropolis
Vico Equense - Caccia fuorilegge,
nuovo blitz del
corpo forestale. Sequestrati
armi e munizioni, smantellate
postazioni di richiami
elettroacustici, liberati
fringuelli «prigionieri», tre
denunce: insomma, un bel
colpo ai bracconieri e a chi,
a dispetto della normativa,
continua a «colpire» nel
parco regionale dei Monti
Lattari, in
località Vico
Equense.
L’operazione
è stata condotta
dagli
agenti del
corpo forestale
dello
Stato di Castellammare
di Stabia, coordinati
dal
primo dirigente
Sergio
Costa e agli
ordini del comandante
Gioacchino
Cascone. Presenti
sul posto anche volontari
del Wwf della penisola
sorrentina. Un intervento,
quello effettuato all’alba,
in risposta ai numerosi
appelli degli ambientalisti
con nuove operazioni investigative
e di pattugliamento
del territorio.
Diversi i risvolti del blitz:
sequestro di un fucile e di
munizioni e denuncia a
piede libero di un cacciatore
per introduzione di
armi per attività venatoria
all’interno del parco.
Non solo: durante le operazioni
di pattugliamento
notturno per lo smantellamento
di postazioni di
richiami elettroacustici,
sempre nel territorio di
Vico Equense, i forestali
hanno denunciato la proprietaria
di un fondo per
detenzione illegale di fringuelli.
Gli uccelli idonei al
volo sono stati immediatamente
liberati in natura
alla presenza dei volontari
del Wwf.
L’intervento faceva seguito
ad un ulteriore blitz che
aveva portato all’individuazione
e all’immediata
denuncia in flagranza di
reato di un altro bracconiere
dedito alla cattura di
cardellini con reti e richiami vivi.
«L’utilizzo di tali
strumentazioni per la cattura
di altri uccelli, spesso
accecati o detenuti in anguste
gabbiette - dichiara
Claudio d’Esposito, presidente
del Wwf penisola
sorrentina - è
una pratica
molto in uso
nonostante
la legge ne
faccia divieto.
Nel caso
dei cardellini
intercettati
dagli agenti
forestali
erano barbaramente
“imbrigliati”
con una
imbracatura
artigianale
in spago
e spille da balia e, fissati
a terra su di un trespolo,
manovrati come burattini
dal bracconiere nascosto a
distanza in un capanno. I
piccoli uccelli brutalmente
strattonati sbattendo le ali
attiravano altri con specifici che rimanevano intrappolati
nelle reti posizionate
ad arte».
L’intervento degli agenti
del corpo forestale ha
messo fine a tale tortura. I
cardellini sequestrati sono
successivamente stati affidati al «Cras il Frullone»
di Napoli per le cure del
caso e la successiva liberazione
in natura.
«Nonostante le regole imposte
dalla legge che disciplina
l’attività venatoria –
spiega il responsabile del
Wwf - nel nostro territorio
si continua a cacciare con
mezzi e modalità vietate.
La sfacciataggine di chi
infrange la legge è direttamente
proporzionale alla
difficoltà di effettuare controlli
su un territorio tanto
vasto quanto “sguarnito”.
Tra i tanti illeciti e reati
che si compiono c’è ancora
l’errata percezione che
quelli legati alla caccia siano
di minore rilevanza».
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