venerdì 23 novembre 2012

Caccia illegale: nuovo blitz

Il presidente del Wwf: «Bene così, ma la crudeltà imperversa» 

Fonte: José Astarita da Metropolis

Vico Equense - Caccia fuorilegge, nuovo blitz del corpo forestale. Sequestrati armi e munizioni, smantellate postazioni di richiami elettroacustici, liberati fringuelli «prigionieri», tre denunce: insomma, un bel colpo ai bracconieri e a chi, a dispetto della normativa, continua a «colpire» nel parco regionale dei Monti Lattari, in località Vico Equense. L’operazione è stata condotta dagli agenti del corpo forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, coordinati dal primo dirigente Sergio Costa e agli ordini del comandante Gioacchino Cascone. Presenti sul posto anche volontari del Wwf della penisola sorrentina. Un intervento, quello effettuato all’alba, in risposta ai numerosi appelli degli ambientalisti con nuove operazioni investigative e di pattugliamento del territorio. Diversi i risvolti del blitz: sequestro di un fucile e di munizioni e denuncia a piede libero di un cacciatore per introduzione di armi per attività venatoria all’interno del parco. Non solo: durante le operazioni di pattugliamento notturno per lo smantellamento di postazioni di richiami elettroacustici, sempre nel territorio di Vico Equense, i forestali hanno denunciato la proprietaria di un fondo per detenzione illegale di fringuelli. Gli uccelli idonei al volo sono stati immediatamente liberati in natura alla presenza dei volontari del Wwf. L’intervento faceva seguito ad un ulteriore blitz che aveva portato all’individuazione e all’immediata denuncia in flagranza di reato di un altro bracconiere dedito alla cattura di cardellini con reti e richiami vivi.

«L’utilizzo di tali strumentazioni per la cattura di altri uccelli, spesso accecati o detenuti in anguste gabbiette - dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf penisola sorrentina - è una pratica molto in uso nonostante la legge ne faccia divieto. Nel caso dei cardellini intercettati dagli agenti forestali erano barbaramente “imbrigliati” con una imbracatura artigianale in spago e spille da balia e, fissati a terra su di un trespolo, manovrati come burattini dal bracconiere nascosto a distanza in un capanno. I piccoli uccelli brutalmente strattonati sbattendo le ali attiravano altri con specifici che rimanevano intrappolati nelle reti posizionate ad arte». L’intervento degli agenti del corpo forestale ha messo fine a tale tortura. I cardellini sequestrati sono successivamente stati affidati al «Cras il Frullone» di Napoli per le cure del caso e la successiva liberazione in natura. «Nonostante le regole imposte dalla legge che disciplina l’attività venatoria – spiega il responsabile del Wwf - nel nostro territorio si continua a cacciare con mezzi e modalità vietate. La sfacciataggine di chi infrange la legge è direttamente proporzionale alla difficoltà di effettuare controlli su un territorio tanto vasto quanto “sguarnito”. Tra i tanti illeciti e reati che si compiono c’è ancora l’errata percezione che quelli legati alla caccia siano di minore rilevanza».

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