| Adriano Giannola |
Vico Equense - L' interesse alla ricca tradizione settecentesca degli economisti napoletani è crescente in tempi recenti e travalica il semplice ambito storico. Si è sviluppata una letteratura ricca di contributi specialistici non di rado poco consapevoli del tributo dovuto a quella tradizione. Tanto più ciò è attuale ora che la genesi della crisi finanziaria e i dubbi sui comportamenti dei mercati rendono del tutto contestabili le fondamenta dell' approccio individualista all' economia (il cosiddetto main stream), espressione di quel "rito scozzese" che si ispira alla smithiana Ricchezza delle Nazioni. La tradizione originale della scuola napoletana dell' Economia Civile colloca, vichianamente, l' agire economico nel contesto evolutivo della storia e delle norme. In questa cornice, mira ad essere in sintonia e ad ispirare analisi e procedure sulla regolazione coerenti al perseguimento di un "bene comune" finalizzato non all' "utile" (la "proprietà") ma alla "felicità". Riemergono per questa via temi e prospettive stimolanti che spostano il fuoco dell' analisi dall' individuo alle più complesse relazioni sociali. Questo filone, rimasto a lungo emarginato, soverchiato da quell' individualismo metodologico che mal si concilia con l' ispirazione filantropica e neoplatonica dei maestri della scuola napoletana, ha una tradizione per così dire sperimentale tutt' altro che astratta.
Essa, con assoluta originalità istituzionale - ad esempio - ha promosso e si è avvalsa di quel sofisticato e peculiare sistema di "banchi pubblici" che -prima nella storia- (ben prima di John Law o della Banca d' Ighilterra) iniziò a praticare un sistema di moneta fiduciaria. E -non è un dettaglio- se consideriamo la moneta e il suo governo è l' architrave del contratto sociale di una comunità. Un rischio da evitare è che questo revival si esaurisca in aspetti singolari, sia pur importanti, perdendo di vista il "sistema" che dette vita a quella cultura e a quelle "visioni" istituzionali. In altri termini non si riesce a definire il contributo di Genovesi, le prescrizioni di Filangieri, la sofisticata analisi di Galiani senza che ognuno rappresenti una essenziale parte di un tutto che ha manifestato una straordinaria consapevolezza del "mutamento dei tempi". Un tratto distintivo di assoluta originalità che, come è ben noto, ha avuto ben scarsa fortuna rispetto alla più pragmatica e meno dotta esperienza d' oltr' alpe. La Scienza della legislazione di Gaetano Filangieri rappresenta una pietra angolare dell' illuminismo napoletano. Un' opera che indaga con estrema efficacia il nesso tra razionalità e filantropia. Può sembrare una forzatura, ma il tratto davvero rilevante è che la filantropia che permea la Scienza non è un "sentimento", un approccio "compassionevole" a "buoni" rapporti tra umani bensì l' esito rigoroso di un percorso razionale che dall' ignoranza, dalla imperfezione, procede verso la condivisione di una "verità assoluta" che, via, via che si manifesta, è compito di tutti condividere. Perciò questa visione si oppone a quella, parimenti fondata sulla razionalità, che - in assenza di verità assolute da scoprire e svelare - affida al perseguimento dell' interesse soggettivo il compito di realizzare in terra il "migliore dei mondi possibili". Il metodo - Filangieri prende perciò le distanze da questa razionalità che abbiamo definito di rito scozzese per la sua ascendenza Smithiana. Filangieri, epigono dell' illuminismo neoplatonico napoletano, lontano mille miglia dal mito rousseauiano del "buon selvaggio" e anche dalla fredda radicalità che sarà tratto distintivo della rivoluzione francese è soprattutto strutturalmente avverso al pragmatismo utilitarista di stampo britannico al quale imputa una grettezza figlia dell' assoluta carenza di una degna finalizzazione. In cinque libri, la sua Scienza percorre l' ambizioso e tortuoso tragitto alla scoperta della VERITA' per conseguire la FELICITA'. Egli sfugge al rischio di un astratto utopismo e invece, da scienziato, traccia il sentiero, discute le esperienze e individua regole e principi in virtù dei quali è possibile avanzare verso la meta. L' ansia febbrile con la quale realizza la sua avventura, il disarmante e stringente argomentare rende La Scienza un progetto degno di continua rivisitazione; una fonte attuale e preziosa di ispirazione.
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