Giuseppe Tito |
Fonte: Marina Cappitti da Metropolis
Napoli - Anche senza deleghe, il Pd si allea con Luigi de Magistris in Città Metropolitana. I consiglieri democrat, richiamati dal partito, finora non hanno accettato i nuovi incarichi conferiti dal sindaco, ma approvano tutti i punti all'ordine del giorno - per la maggior parte debiti fuori bilancio e il piano industriale triennale Ctp - nella seduta del Consiglio metropolitano. Assente in Aula, Fi, che è uscita dal patto. Ieri a Santa Maria La Nova in scena le prove generali dell' inciucio bis tra, democrat e deMa, con il grande debutto fissato per il 26 aprile con la discussione del bilancio. E' quella la contropartita più importante che i consiglieri metropolitani portano a casa grazie all'accordo confermato con il sindaco.
Tito, la sviolinata a deMa
Lo sa bene e lo dice anche il consigliere Pd e primo cittadino di Meta, Giuseppe Tito che in Aula elenca tutto quello che ha ottenuto per la costiera sorrentina nel documento finanziario e grazie alla sua delega al Mare. Lanciandosi in una sviolinata a de Magistris senza uguali. "Caro sindaco io le devo porgere le mie scuse- dice con pentimento e commozione nella voce - perché all'inizio la criticai temendo che usasse la Città metropolitana come un bancomat. Ero diffidente ed invece mi sono dovuto ricredere perché Lei ha dato un segnale ed una risposta ai nostri territori, abbiamo trovato un'intesa ed oggi il bicchiere non è mezzo, ma completamente pieno". Raddoppiate le risorse in bilancio a difesa delle coste e dei costoni con interventi importanti in penisola sorrentina, per un totale di 35 comuni. Una carezza a deMa ed un pungo al partito.
"Questo non è un inciucio e noi non stiamo qui per avere qualcosa in cambio - aggiunge Tito -, vorrei che questo messaggio fosse chiaro ai dirigenti e alla segreteria provinciale Pd, forse il mio partito è arrabbiato per i risultati elettorali, ma questo non va bene. Noi facciamo l'interesse della comunità". Assenti i consiglieri dem Alessia Quaglietta e Giovanni Varchetta, tutti gli altri fanno fronte comune col sindaco anche se le deleghe dopo l'incontro con il segretario provinciale Pd, Massimo Costa restano 'congelate'. In attesa di convocare una direzione del partito per decidere la linea.
DeMa: "Andiamo avanti"
"Nessun accordo politico, ma istituzionale - rimarca de Magistris - nell'interesse dei cittadini, dei territori e dei sindaci dell'area metropolitana, come dimostrerà anche il bilancio. La maggioranza del consiglio metropolitano la pensa cosi, altri hanno ritenuto di allontanarsi, noi andiamo avanti"
Lebro sul piede di guerra
Unici a fare opposizione in Aula il M5S con Francesco Capasso e il consigliere de La Città, David Lebro che definisce il patto un "accordo di bassa lega", facendo sobbalzare i consiglieri dem e di deMa. "Davvero ridicolo sottolinea - che si passi alla, discussione dell'ordine del giorno senza minimamente affrontare gli evidenti problemi politici: un atto da parte del sindaco di bassezza politica".
Fi assente. Numeri risicati
Il Consiglio si tiene infatti con 14 consiglieri e 10 assenti. Numeri risicati "Si tenta di nascondere che, con la fine del patto istituzionale, che aveva un senso perché teneva insieme la maggioranza delle forze presenti in Consiglio - aggiunge Lebro - è fallito ogni tentativo di dare un vero governo alla Città Metropolitana". A rispedire le accuse al mittente il consigliere Raffaele Cacciapuoti. "Non consento che ci si rivolga così a chi sta facendo invece l'interesse dei cittadini soprattutto se quelle accuse vengono da chi predica bene e razzola male". Fuoco in Aula e non solo. Accuse dall'esponente di Fdl, Luigi Rispoli sulle assunzioni, tra cui 5 dirigenti, nell'ex Provincia. "De Magistris ha utilizzato Città metropolitana come camera di compensazione rispetto al Comune, potendo contare sull'inciucio ed il complice silenzio delle forze politiche".
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