Roberto Fico |
Vico Equense - «Io non posso più vivere in una città dove si spara, dove ci sono gang che girano in moto, fanno le stese e magari un cittadino innocente ci rimane sotto e muore», dice il presidente della Camera Roberto Fico parlando nella piazza del municipio di Vico Equense, da ieri intitolata a Giancarlo Siani. Proprio accanto al leader grillino che ora siede sullo scranno più alto di Montecitorio, è parcheggiata la Mehari sulla quale il giovane cronista andava in giro a cercare notizie e dove fu assassinato dalla camorra. «Siani è stato ucciso nel 1985 - ricorda Fico - Siamo nel 2018 e non abbiamo ancora debellato, distrutto, il fenomeno camorristico nella nostra città e nella nostra regione. Questo non è possibile». Le parole del presidente della Camera arrivano a due giorni dall'agguato avvenuto in via Pietro Colletta in cui è rimasto ferito, fortunatamente solo di striscio, un tredicenne e a meno di tre settimane dalla sparatoria in via Vicaria Vecchia dove una donna affacciata al balcone è stata colpita da un proiettile vagante. Una sequenza di episodi che spinge anche le associazioni del Terzo settore impegnate a Forcella, piazza Mercato e nel Centro storico a chiedere «con un urgenza di cambiare passo, serve con urgenza un intervento straordinario, un programma di scopo di grandi dimensioni. Si faccia presto oppure sospenderemo le attività sociali». Sulla stessa linea Gianfranco Würzburger, presidente di Assogioca, una delle sigle che ha firmato il manifesto del Terzo settore: «Sparano tutti i giorni anche vicino alle nostre sedi dove ci sono tanti bambini. Ora basta. La verità è che se non ci scappa il morto non si crea la necessaria attenzione delle istituzioni, di tutte le istituzioni». Anche il presidente della Camera invita a non indugiare.
«Dobbiamo darci un tempo - sottolinea Fico - o tutto lo Stato, le forze politiche, si mettono a contrastare il fenomeno al cento per cento, dicendo che, ad esempio, in cinque anni questo fenomeno sarà debellato, oppure non saremo mai una nazione ne una città libere». L'esponente pentastellato, che sul palco di Vico Equense è affiancato dal sindaco, Andrea Buonocore, e da Paolo Siani, fratello di Giancarlo e deputato del Pd, sollecita contro la camorra «un piano che sia strutturato e che in pochi anni possa dare risultati profondi. Se i risultati non arrivano, allora questo piano dovrà essere rivisto. E parlo di istruzione, di formazione, di scuole, investimenti in cultura, in biblioteche, in cinema, assistenti sociali, nuova formazione nei cittadini che partecipano alla vita pubblica dei Paese. Parlo di un'altra società che deve crescere, si deve trasformare, e deve abbattere la camorra». Quindi Fico invita «a non cadere nella trappola di pensare che la camorra oggi siano solo gang giovanili. Le gang giovanili sono mandate avanti da chi fa traffico di stupefacenti, dai grandi cartelli criminali, quello è solo un fenomeno che vediamo vicino a noi perché è pericoloso, dietro c'è una rete molto più grande e molto più profonda. La lotta alle mane si deve mettere al centro. In tutti i modi e sempre di più». Dopo Vico Equense, il presidente della Camera raggiunge il Centro direzionale per partecipare all'intitolazione a Giancarlo Siani della nuova sede del Mattino. A seguito della sparatoria di Forcella, il sindaco Luigi de Magistris aveva sollecitato un intervento del governo. Appello raccolto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, che ieri ha incontrato l'inquilino di Palazzo San Giacomo. «Abbiamo avuto un incontro proficuo, sulla città, sulle mie deleghe e sulla necessità di fare delle cose insieme: siamo qui per lavorare per i cittadini al di là delle differenze politiche», ha detto Spadafora. In mezz'ora di colloquio, ha spiegato il sottosegretario, «si è parlato del problema delle stese e della sicurezza a Napoli ma anche dei progetti che come sottosegretario vorrei mettere in campo in alcune città del Sud come Napoli che, dati alla mano e al di là delle strumentalizzazioni, hanno delle fasce di popolazione in difficoltà, penso agli adolescenti». Anche Fico lascia aperta la porta a de Magistris, ma non in chiave elettorale. «A me non interessano le elezioni ne mi interessano le alleanze che il Movimento non farà - evidenzia Fico rispondendo a "Repubblica" - a me interessa la città di Napoli, per cercare di farla andare al meglio perché è sempre al centro dei miei pensieri. Dialogare con de Magistris? Senza dubbio, dialogo con il sindaco di una grande città. Ma il dialogo è solo finalizzato alla risoluzione dei problemi, in un momento molto critico per Napoli».
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