venerdì 28 settembre 2018

«Sentenza pericolosa così si alimenta il senso di impunità»

Umberto De Gregorio
De Gregorio: «I giudici badano alla forma e non alla sostanza» 

Fonte: Luigi Roano da Il Mattino

Scusi, ma è tutto vero o è uno scherzo? «Macché scherzo è tutto vero e l'ira del nostro avvocato mi ha fatto capire subito che le cose erano andate male». Umberto De Gregorio presidente dell'Eav - l'ente che eroga il servizio ferroviario e funiviario regionale - non si da pace. Nella sostanza ci si può dare per ammalati, non andare al lavoro ma partecipare a una partita di calcio senza essere licenziati e cavarsela con una sanzione. Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli che ha salvato un ferroviere di Eav. Allora presidente la sentenza spalanca autostrade ai «furbetti» dal certificato medico facile non trova? Cosa dirà ora ai dipendenti di Eav per motivarli? «A prescindere dalle motivazione giuridiche la domanda è proprio questa: cosa trasmettiamo con questa sentenza - che impugneremo - non solo ai nostri dipendenti, ma agli utenti e all'opinione pubblica tutta? Certo non aiuta nella nostra battaglia per motivare i dipendenti, la certezza è che noi non facciamo passi indietro ne ci arrendiamo su questa tematica fondamentale». Secondo lei con questa sentenza trionfa la legalità formale ma a tutto discapito della giustizia? «Si può far finta di essere malato, non andare al lavoro e partecipare ad un torneo di calcio. Si può. Secondo il giudice del lavoro di Napoli si può. O meglio non si può, ma il fatto non è di tale gravita da configurare gli estremi per il licenziamento». E perché «Perché il contratto di lavoro dei tranvieri sulla questione disciplinare è regolato dal regio decreto 148 del 1931. Di epoca fascista. Siamo, sostiene il giudice, in una ipotesi di "simulazione della malattia" che configura soltanto la sospensione dal servizio e dalla retribuzione ma non il licenziamento. Conclusioni: il dipendente va rimesso in servizio».
 
E il rapporto di fiducia che si interrompe che è a fondamento del rapporto di lavoro che fine fa? «Non importa a nessuno. I terzi e l'azienda fregati? Non importa. Conta la forma. Questa è l'Italia. Dove la forma conta più della sostanza. Le carte più delle persone. I diritti più dei doveri. Non ne faccio una questione per sonale con questo dipendente che magari si è pure pentito, ma di principio». Una norma vecchia di un secolo e nessuno dice niente? La politica si è mossa? «Devo dire di sì, più di tutti ci ha provato l'ex premier Paolo Gentiloni ma alla fine neppure lui c'è l'ha fatta, hanno affossato la riforma sul più bello, che devo dirle?». Ma è vero che dovete pagargli pure un anno di stipendio? «Sì, dal giorno del licenziamento. Mi faccia però dire che su 9 sentenze di questa tipologia ben 6 sono a nostro favore». Come dire giudice che vai sentenza che trovi.... «Non entro nel merito di questa sentenza mi preoccupa l'effetto che può avere». Per esempio? «In Eav abbiamo ritrovato senso di appartenenza e di identità. Il problema è che la sentenza alimenta un senso di impunità che rende poi vana ogni azione educativa». Ma in Eav davvero è tutto ok? Si dice quando il Napoli gioca in notturna le assenza crescano in maniera significativa... «Non tutto è perfetto ma è normale c'è la volontà e l'orgoglio di fornire un servizio adeguato, comunque è vero che quando gioca il Napoli l'assenteismo cresce e qualche problema lo crea». Il tasso di assenteismo in azienda quale? «Del 4% è sotto la media e siamo soddisfatti. In questo 4% rientrano malattie, legge 104 e tutto il resto. Ecco perché temo che una sentenza del genere rischia di generare confusione. Quando a Ischia per abusi della legge 104 licenziammo tre furbetti ci fu un po' di agitazione, poi però sarà stato un caso, ma sull'isola le assenze sono calate del 50%». Controllare che i dipendenti lavorino, stanare i furbetti è utile, ma non crede che i lavoratori dovrebbero avere un'etica professionale e comportarsi a prescindere correttamente? «Ne sono persuaso e d a noi in Eav in questa direzione arrivano segnali positivi. Però controlliamo pure e se serve mettiamo gli investigatori privati».

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