domenica 30 settembre 2018

Ora il Pd si scopre deluchiano: «Sarà il nostro candidato»

Matteo Orfini
Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino

«Contento per l'assoluzione. Bisogna sempre avere fiducia nella magistratura». Maurizio Martina, segretario nazionale del Pd, è secco e coinciso. Molto. Ma è così che commenta l'assoluzione del governatore Vincenzo De Luca per la vicenda del Crescent in cui rischiava la sospensione per la legge Severino. Non un rigo o un aggettivo in più. Quasi naturale però se in queste ultime settimane, proprio alla vigilia delle sentenza, l'ex sindaco di Salerno non ha fatto che attaccare il suo partito. Da Martina («Viene a Napoli ma va a giocare a calcetto....», alla festa dell'Unità di Ravenna) a tutto il partito: «Nel Pd ci sono solo imbecilli, nullità che rappresentano solo la propria ombra», alla kermesse democrat di Benevento la scorsa settimana. E in queste ore, nonostante l'assoluzione e l'aver evitato una azzoppatura pesantissima come una sospensione o comunque una condanna che avrebbe pregiudicato o messo in pericolo la sua ricandidatura, le reazioni sembrano a tratti fredde. O, comunque, non troppo spontanee ma fatte, in alcuni casi, più per forma che per altro. Frutto di un rapporto tra De Luca e il partito che da sempre è conflittuale.


LA CORSA
Ma il governatore non è tipo che sta lì a pensarci troppo. Figuriamoci. Perché, tirato il sospiro di sollievo per la sentenza, ora può andare avanti come un panzer. Senza alcun ostacolo dentro il partito che, giocoforza, ha in lui l'unica pedina di spessore su cui poter giocarsi la carta delle prossime regionali. Difficile che si cambi o si tentino risiko alternativi come primarie o quant'altro. L'hanno capito subito anche i democrat ostili a De Luca. O comunque freddi come gli orlandiani. Anche se nessuno ci mette la faccia dopo l'assoluzione. O quasi. «Non ho mai amato la lotta politica per via giudiziaria. L'assoluzione di De Luca e di quanti erano coinvolti non può quindi che farmi piacere. Il personaggio non mi piace ma è sul terreno politico che bisogna mantenere il confronto e la dialettica. Poi chi ha più filo, tesserà», dice infatti senza peli sulla lingua l'ex capogruppo pd in Regione Peppe Russo. Nelle chat dei dirigenti campani, già venerdì notte subito dopo il verdetto di assoluzione del tribunale di Salerno, si sprecavano i messaggini di giubilo. «Ma - osserva un democrat di lungo corso - è anche naturale: in quelle chat c'è anche il figlio Piero che è membro della segreteria regionale...». Ma tanto non sono argomenti di cui si cura il governatore che di certi formalismi, specie se vengono dal partito, se ne è sempre infischiato. Per lui è importante rimettersi al lavoro, se pure si fosse mai fermato, per le Regionali del 2020. Corsa ormai ipotecata sulla sua testa dopo l'assoluzione piena dell'altra sera. E al diavolo i nemici interni, i veleni del partito e gli agitatori di acque di professione. LE REAZIONI
«L'assoluzione di De Luca è una buona notizia per il presidente e per la Campania. Incredibili le affermazioni della consigliera Ciarambino che non rispetta la decisione della magistratura e delira su un tribunale dei cittadini», osserva la deputata marchigiana Alessia Morani che affronta a testa bassa i grillini campani. E sulla stessa linea il senatore calabrese Ernesto Magorno: «Mi sorprende oggi non leggere commenti da parte di tutti quelli che in questi mesi avevano di fatto già condannato De Luca: spiace vedere che per chi oggi governa il Paese esiste un garantismo a giorni alterni o, peggio, confonde la giustizia con il giustizialismo». «L'assoluzione del presidente della Regione è una buona notizia, innanzitutto per i cittadini campani. Dopo la sentenza di ieri, Vincenzo De Luca potrà proseguire con maggiore serenità l'azione di rilancio della Campania», spiega la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione. «Ora andiamo avanti», commenta Teresa Armato. E dalla Campania il presidente del partito Matteo Orfini, ospite proprio alla festa dell'Unità di Salerno, spiega come si tratti di «una sentenza che ci fa piacere. Dimostra che c'è stato un operato assolutamente legittimo e dimostra come occorre solo pazienza quando si incappa in situazioni simili». E per fugare qualsiasi dubbio sulla ricandidatura aggiunge: «Sta governando bene la Campania e credo che debba continuare a farlo. Nella discussione del futuro di questa regione si deve partire da chi ha già vinto e da chi la sta già governando». Tanto per spazzare i residui veleni interni.

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