giovedì 27 settembre 2018

Monte Faito. Vie d'accesso chiuse arrivano 10 milioni continua la protesta

Tristano Dello Ioio e Andrea Buonocore
Fondi Cipe per riaprire i percorsi sul versante stabiese. Ma Vico Equense si ribella: «Strade ancora piene di detriti»

Fonte: Fiorangela d'Amora e Ilenia De Rosa da Il Mattino

L'EMERGENZA 

Castellammare di Stabia/Vico Equense - «Per il Faito si volta pagina e si avvia concretamente la sistemazione idrogeologica del monte». Sono le parole di Vincenzo De Luca presidente della Regione Campania a seguito della firma della convenzione tra Comune di Castellammare ed Ente Parco Regionale dei Monti Lattari per la messa in sicurezza della montagna sul versante stabiese. Il Gomene guidato dal sindaco di centrodestra Gaetano Cimmino è indicato come soggetto attuatore di dieci milioni di fondi Cipe destinati al problema del rischio idrogeologico sul Faito, alla riapertura della strada Quisisana-Faito e alla riqualificazione della strada di Madonna della Libera, sempre sul territorio stabiese. «Si tratta di un intervento atteso da anni - prosegue De Luca seguiremo un preciso cronoprogramma, con l'obiettivo di accelerare al massimo la realizzazione delle opere previste».


I RITARDI 
Mette il piede sull'acceleratore il Governatore visto che questi fondi ministeriali sono bloccati dal 2012, quando il Comune di Castellammare chiese di essere soggetto attuatore del finanziamento. Le amministrazioni che si sono succedute non hanno poi portato avanti il progetto rischiando di perdere i soldi. «In questi mesi era arrivata solo la risposta positiva ad un progetto preliminare, ora - spiega Giovanni Russo assessore ai lavori pubblici - passeremo alla fase operativa e alle opere che nel complesso dovrebbero durare 18 mesi». Si interverrà nei 6 alvei che attraversano versante stabiese del monte Faito mettendoli in sicurezza con delle briglie e creando delle vasche di contenimento a valle per raccogliere acqua piovana, foglie e detriti che scenderanno dalla montagna. «Il versante stabiese del Faito è considerato zona rossa per il rischio idrogeologico spiega Russo - saranno realizzate anche opere di manutenzione ordinaria nei tratti tombati dei canali che passano sotto la città». A beneficiare degli interventi saranno anche gli stessi residenti del Faito che recupereranno la strada di collegamento che da Castellammare porta fino in cima: attualmente chiusa e inagibile, tornerà ad essere percorribile come negli anni 80. Allora la strada era privata e il pagamento di un pedaggio ne concedeva l'accesso, fino al passaggio di proprietà all'allora Provincia e Regione.
LE FRANE 
Intanto sul versante vicano del Faito le frane cadute un anno fa, il materiale sceso dai costoni è ancora lì, depositato nel cuore della montagna. Un grande cumulo di pietre, terreno e altri detriti giace accanto al centro sportivo da oltre sette mesi. Sotto gli occhi di tutti. Soltanto pochi, però, hanno sollevato il problema e nessuno si è ancora preoccupato di trovare una soluzione. Il Parco regionale dei Monti Lattari ha scritto una nota a Comune di Vico Equense, carabinieri. Regione chiedendo la «rimozione e lo smaltimento del materiale depositato in zona B del parco». Secondo il presidente Tristano Dello Ioio, quei detriti sono stati posti lì «impropriamente, ed esclusivamente per le attività di somma urgenza legate agli eventi franosi verificatisi a seguito degli incendi dell'agosto 2017». Ma il balletto di responsabilità tra enti che attualmente gestiscono la montagna toma a creare disagi e a rallentare qualsiasi tipo di intervento. «Quelle pietre si sono staccate dai costoni, di proprietà di Regione. Sono cadute in strada, di cui è responsabile Città metropolitana - spiega il sindaco di Vico Equense Andrea Buonocore - per cui è compito di questi due enti intervenire per rimuovere quel materiale. Il Comune si è già preso grandi responsabilità nel mantenere aperta la strada, via Nuova Faito, rimasta chiusa per mesi dopo la frana di novembre. E anche su questo abbiamo chiesto a Città metropolitana un intervento relativo a muretti di contenimento e guardrail che risulta necessario ai fini della sicurezza». A segnalare i l degrado dell'area contenente i cumuli di detriti è stata anche l'associazione «Piazza Attiva» nel maggio scorso. Ma nessuno degli enti si è mosso. «Conflitti di competenze rallentano sempre tutte le pratiche e le attività da intraprendere a Faito - afferma Tristano Dello Ioio - e la vicenda del pietrame ne è solo un esempio».

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