sabato 19 settembre 2020

Massaquano. Sulle tracce del Maestro Don Luigi Guida

Intervista a Candida Guida da Agorà del 4 luglio 2020 

Vico Equense - Alla ricerca del patrimonio musicale nascosto di una delle figure culturali più importanti, e ancora sconosciute, del nostro territorio attraverso l’opera di ricerca e ricostruzione di una cantante d’opera che porta il nome di Vico Equense in tutta Europa Negli ultimi tempi, il territorio di Vico Equense ha beneficiato di una notorietà che passa... dallo stomaco. Non solo il famosissimo, da anni ormai, Gennaro Esposito, ma da Cannavacciuolo alla cucina stellata di Nonna Rosa, la cittadina, che inaugura le bellezze della Penisola Sorrentina a tutti i turisti e visitatori che arrivano dalla statale, è ormai identificata come terra di grandi chef. Quello che però si sa ancora poco, e noi siamo qui per farlo scoprire a chi sarà tanto curioso da arrivare in fondo a questo articolo, è che Vico Equense è, ed è stata, patria di grandi artisti e talenti musicali. Facciamo un passo indietro, allontaniamoci dalle cucine dagli aromi preziosi, e arriviamo al 1883, quando, nella frazione di Massaquano, l’8 marzo, nacque Luigi. Lui non lo sapeva ancora, ma sarebbe diventato non solo Don Luigi, sacerdote e insegnante, ma anche il Maestro Guida, compositore, direttore, musicista di grande levatura che non arricchì soltanto il patrimonio della musica sacra, ma fu anche raffinato compositore di musica profana. Della sua vita e dei suoi anni di formazione non conosciamo molto, ma quello che si sa e che si è tramandato a oggi, lo dobbiamo ad un suo lontano cugino, Don Antonio Guida, compianto sacerdote di Massaquano.

 

Della formazione del Maestro Don Luigi Guida si conoscono i passaggi fondamentali: studiò musica prima nel Seminario di Sorrento poi al liceo musicale di Napoli fondato da Cesi e Marciano. Con Savasta, docente presso questo istituto, studiò composizione e sostenne gli esami al conservatorio San Pietro a Majella, come allievo esterno. Il mondo non conosce il Maestro Guida, ma sicuramente conosce di lui la sua composizione sacra più famosa, "Aurora", ode alla Madonna, della quale lui stesso si definiva “il cantore”, e popolarmente conosciuta come "Bella tu sei qual sole". Tuttavia, nonostante la sua vocazione, forte e profonda, Guida compose, in maniera raffinata e proficua, anche opere profane. Da studi recenti sulla sua biografia, si è appreso che nel corso degli anni, rielaborò opere di Mascagni, Puccini, Tosti. La sua trascrizione era in realtà un esercizio di riscrittura, dal momento che le più famose arie d’opera dei citati compositori venivano reinterpretate attraverso il filtro della sua musica, quella della scuola napoletana, la quale ha influenzato, fin dalle sue origini, con Francesco Durante nel XVIII secolo tutta la musica colta d’Occidente, facendo di Napoli la capitale musicale d'Europa e quindi del mondo intero. Ma non solo. Guida musica anche le grandi poetesse del '900 come Ada Negri e Romana Rompato, compone inni, addirittura “Ad Apollo” e “Alla Musa”, seguendo le regole grammaticali della musica greca antica, che aveva studiato allo stesso livello dei grandi protagonisti del' 900 musicale, come Respingi e Pizzetti. Ma le cronache dell’epoca ignorano questo grande aspetto della produzione del Maestro, quella colta e quella profana, ed è qui che la sua Storia diventa ricerca contemporanea. Mossa dalla passione e dalla stessa vocazione artistico/musicale, Candida Guida, cantante lirica, contralto, lontana parente del Maestro e nata e cresciuta a Vico Equense, ha deciso di riportare alla luce non solo la musica sacra inedita di Don Luigi, ma anche tutta l’opera profana del Maestro Guida che non ha mai visto la luce, né nessuna edizione stampata critica ufficiale. Fornire, quindi, un ritratto a 360° dell’opera del Maestro, inserendolo in un contesto storico ampio e accostandolo ai compositori italiani del Novecento. A lei, abbiamo chiesto di raccontarci la sua avventura, alla ricerca del materiale manoscritto inedito, in giro per l’Italia, e il suo progetto di una stampa dell’opera di Guida. Da dove nasce il progetto, qual è stato il motore principale? Si tratta di un progetto che è da sempre nella mia fantasia. Già anni fa, da allieva del San Pietro a Majella, andavo spesso nella biblioteca di via San Sebastiano che conservava i manoscritti del Maestro, fotografandone alcuni. Quando, nel marzo del 2019, è venuto a mancare Don Antonio Guida, suo fratello, il Dott. Giuseppe Guida, mi ha chiesto di "fare qualcosa per il maestro", in modo tale da dare continuità alla volontà di Don Antonio, che in vita aveva sempre raccontato e fatto conoscere, in maniera molto parziale, l’opera del Maestro. Allora mi sono offerta per questa specie di impresa, ovvero recuperare i manoscritti di Don Luigi. È cominciato così un lavoro di ricerca capillare sulle tracce del Maestro, a partire dagli archivi storici del San Pietro a Majella, passando per altre biblioteche napoletane, ma anche a Roma, nella biblioteca di Santa Cecilia, a L'Aquila, seguendo i luoghi che in vita aveva visitato e dove plausibilmente aveva composto, con lo scopo di ottenere una mappatura totale del suo lavoro. Quanto di personale c’è in questa opera di ricerca? Ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino, c’è il personaggio della mistica che dice ‘io mangio solo radici’. È una frase che mi ha colpito molto, anche perché, nello stesso film, alla fine, sembra che il protagonista ritrovi la sua serenità, una specie di rinascita, tornando ai ricordi del suo primo amore, alla radice delle sue emozioni. Ecco, di personale, per me, in questo lavoro, c’è che ho sempre sentito un forte legame con le mie radici che hanno condizionato le mie scelte di vita e la mia vocazione musicale. Io nasco cantante nel ventre di mia madre, ho ereditato il dono della voce da mio nonno materno, la passione per il teatro da mio padre. A queste radici familiari se ne sono aggiunte altre culturali: crescendo ho acquisito la consapevolezza del mio essere napoletana e del mio essere, in un certo senso, erede spirituale di quella scuola musicale e di tantissimi artisti che sono venuti prima di me. E ogni volta che salgo su un palco il mio pensiero va alle mie radici, ai miei nonni, alle zie di mamma, a tutti quelli che non ho conosciuto ma di cui ho ereditato i caratteri. Per me, ogni volta cantare è un rito che si compie anche per le loro anime, per il loro sangue che vive in me. Io sono profondamente grata ai miei avi per aver ricevuto questo dono, perché per me la musica è stato un mezzo per la salvezza. Ho conosciuto la musica a casa, nel quotidiano, con mio padre che la domenica ascoltava la musica classica, con mia sorella con cui cantavo nelle lunghe gite in macchina, con mia madre che amava la radio a tutto volume, con nonno Giacomo che ascoltava (e canticchiava) l'Opera. Tutti questi stimoli ricevuti da piccola hanno trovato un primo stadio di concretezza quando ho cominciato a frequentare il coro della chiesa, nella parrocchia di Massaquano. Quel coro, che esisteva da tantissimi anni, era stato voluto e creato proprio da Don Luigi Guida! La schola cantorum della Parrocchia di San Giovanni Battista di Massaquano venne portata avanti, nel tempo, da Padre Nunzio Infante e da Don Antonio Guida, e fu durante quegli anni che trovò un terreno molto fertile in questa bambina che proprio nella musica imparò a trovare il suo più potente strumento di espressione. E da subito la musica di Don Luigi mi ha sempre affascinata, perché era musica sacra, sì, ma era musica bella, e difficile, non era mica da tutti cantare quei versi così lunghi come si deve! Era una musica da professionisti. Il mio studio di questi mesi me ne ha dato conferma: il Maestro Guida è a tutti gli effetti uno dei membri minori della grande scuola musicale napoletana, della quale mi sento figlia ed erede. Qual è lo scopo principale di tale raccolta? Lo scopo principale è quello di portare avanti un’opera di recupero e razionalizzazione di tutte le composizioni del Maestro Guida. Attraverso questo lavoro, con gli spartiti alla mano, dimostrare al mondo che Guida non è solo l'autore di “Aurora”, la sua composizione più famosa che appartiene ad un repertorio di musica sacra popolare, lo scopo è quello di espandere l’orizzonte sul suo lavoro di fine compositore, non solo di musica sacra, ma anche di musica colta e musica profana. Mi piacerebbe anche fare luce sull’uomo Luigi Guida, perché credo che soltanto un uomo di gran cuore può concepire pagine così belle come quelle che ho avuto il piacere e l'onore di leggere e rivivere in questi mesi di ricerca. Mi piacerebbe che il mondo sapesse che, nel piccolo paradiso naturale che è Vico Equense, incastonato tra le montagne e il mare, è esistito, un tempo, un grande artista, la cui eredità siamo tutti chiamati a custodire e tramandare. Io ho già cominciato a farlo, e mi sento grata ed onorata, per questo. Quali sono stati i passi principali per arrivare al materiale che avete fino a questo momento e quali saranno i passi successivi? Il primo passo è stato il recupero fisico dei manoscritti. Quindi ho girato per l’Italia e per le biblioteche a chiedere permessi, scattare foto, maneggiando carte antiche con guanti bianchi (letteralmente!), fotografando, numerando, salvando una quantità di foto inimmaginabile. Poi è arrivata una seconda fase, forse la più complicata: dovevo capire cosa avevo tra le mani, catalogando e riordinando tutto. La fase 3 è cominciata quando ho coinvolto i miei preziosi amici, il Maestro Francesco Aliberti, compositore, direttore e attualmente maestro del coro del Carlo Felice di Genova, e Giovanni Lucibello, pianista e trascrittore. Francesco ha curato la revisione critica e stilistica della raccolta, componendo le parti mancanti e correggendo gli errori, Giovanni ha trascritto puntualmente il suo prezioso lavoro in notazione moderna. Questo lavoro si è concretizzato in Mystica parte terza, ovvero una raccolta di piccole composizioni, che possono essere eseguite durante le funzioni religiose. Il titolo è stato scelto perché, il Maestro aveva già pubblicato in vita due raccolte simili, sotto il titolo di Mystica (Mystica canzoni alla Vergine inni al sacro cuore e Mystica parte seconda Mottetti). Il mio sogno è quello di poter stampare gli oratori, le cantate, la musica da camera… in questa produzione si capisce davvero la portata dell’opera di composizione che Guida ha portato avanti in tutta la sua vita, anche se alcune pagine di Mystica parte terza ne danno già un ampio assaggio, in particolare composizioni come l’Inno a Cristo Re, l’Inno alla Madre Auxliatrix, il Salve Regina, il Tota pulcra, l'Ave Maria a 4 voci. Hai trovato più sostegno o ostacoli nel corso di questa operazione? Gli ostacoli che ho trovato sono stati principalmente logistici, legati al fatto che questa produzione manoscritta non si trova in un solo posto, ma è dispersa nei cassetti delle sacrestie di mezza Italia, quando non è conservata nelle biblioteche che sono riuscita a visitare. Il sostegno è stato quello morale, importantissimo, dei pochi che erano a conoscenza del lavoro che stavo svolgendo. La mia famiglia, in particolare i miei genitori che pazientemente mi supportano e i miei fratelli che meno pazientemente mi sopportano, e il dottor Giuseppe Guida, che è trai più grandi sostenitori di questo lavoro. Qual è lo stato attuale del progetto? Attualmente è pronta la raccolta Mystica parte terza, cerco un editore specializzato nel settore musicale che possa pubblicarlo. Vorrei anche far ristampare le due raccolte pubblicate dal Maestro in un’edizione critica in tre volumi, sarebbe bellissimo. Ma è chiaro che mi piacerebbe che venisse stampato tutto il possibile, ad esempio gli Oratori, come La Giuditta, data per incompleta e da me ricostruita, o La Redenzione di Cristo, La Giovanna D'arco. E poi la musica da camera, per la quale è in progetto anche un’incisione... Questo sarebbe l’unico passo che faccio esclusivamente per il mio piacere personale. Devo ancora trovare una buona casa discografica, ma confido nella vita, negli incontri, nel mio talento che mi è stato donato e che io ho il dovere di donare al mondo. Questo è il mio unico scopo. Se avessi fondi e tempo illimitati, quale sarebbe l’obbiettivo finale? Pubblicherei tutta la produzione reperibile del Maestro Guida, organizzerei incisioni sia dei grandi Oratori che delle composizioni piccole, sacre e profane, come ha fatto Pavarotti con la raccolta O Jesu me Dulcissime, vorrei realizzare una raccolta con la sua opera omnia. Mi piacerebbe che i teatri lo portassero in cartellone… Ma soprattutto è importante che la sua musica venga stampata, perché è l’unico modo per farla sopravvivere al tempo e farla vivere attraverso l’esecuzione. Secondo quanto raccontato da Candida, nel suo approccio all’opera di Guida, il Maestro Aliberti è rimasto travolto dall’opera di Don Luigi, appassionandosi incredibilmente al progetto. Secondo Francesco, Joann Sebastian Bach, che in vita è stato un semplice musicista di campagna, è diventato un faro per la musica classica mondiale perché qualcuno ha raccolto e studiato la sua opera di compositore. Chissà che tra qualche decennio, grazie a questo lavoro certosino di recupero, non si possa dire lo stesso del Maestro Don Luigi Guida e che egli non possa essere annoverato trai grandi compositori della storia musicale del Novecento europeo.

1 commento:

GIUSEPPE GUIDA ha detto...

SAREI BEN LIETO DI LEGGERE, OGNI QUAL VOLTA SI PARLA DE MAESTRO GUIDA CHE L'UNICA PERSONA CHE HA VOLUTO E SI E' ATTIVATO DA DECENNI AFFINCHE' IL MAESTRO GUIDA NON VENISSE DIMENTICATO E' STATO ED E' DON ANTONIO GUIDA LEGATO AL MAESTRO DA VINCOLI PARENTALI E SOPRATUTTO, OLTRE ALLE INIZAITIVE INTRAPRESE DA DECENNI, L'UNICO CHE HA SCRITTO LA VITA DEL MAESTRO GUIDA E' DON ANTONIO, LIBRO CHE INVITO A LEGGERE. chi vuole presentare il maestro GUIDA deve conoscere e non dire fesserie.
GIUSEPPE GUIDA