venerdì 4 febbraio 2022

Rosario Fiorentino "Lavoratori in fuga dal turismo o si cambia o è la fine"

da Agorà

Sorrento - Rosario Fiorentino, un passato da politico, con ruoli di rilievo a Sorrento, ed un presente da sindacalista a tempo pieno. E segretario metropolitano della Confederazione unitaria di base che conta circa 750 iscritti tra Vico Equense e Massa Lubrense. Con lui abbiamo discusso della trasformazione che vive il mondo del lavoro in Penisola nel settore del turismo. Tanti lavoratori lasciano il turismo per l’edilizia. E' una considerazione ricorrente tra gli operatori del settore. Lo ha ribadito l'ex Sindaco Marco Fiorentino, la settimana scorsa, in veste di imprenditore. Perché? Due fattori hanno inciso: il superbonus e la pandemia. Ci spieghi? Il superbonus ha fatto decollare l'edilizia con un aumento dell'offerta di lavoro. La pandemia ha fatto riscoprire il tempo e la dimensione familiare a tanti lavoratori. E cosi tra un lavoro di otto ore, nell'edilizia, con rientro in famiglia in tempo per godersi un po' i figli, festivi liberi e feste comandate assicurate ed un altro, quello nel turismo, che può raggiungere anche 14 ore al giorno e nei casi migliori richiede, comunque, di lavorare quando gli altri festeggiano: fine settimana, estate, Natale e Pasqua. Tanti hanno deciso di cambiare settore. Ed oggi c’è chi ha difficoltà a trovare collaboratori. Ricostruire professionalità di un certo tipo è complesso. Come si esce da questa situazione? Mettendo in discussione tempi ed organizzazione del lavoro nella filiera del turismo. Ovvero? Due turni, più assunzioni, migliore servizio alla clientela, maggiore attenzione alla necessità di conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro. Un collaboratore non frustrato, rende molto di più e poi è la qualità della vita della comunità che cresce.

  

Ma in questo modo i costi aumentano. Tutti sono in grado di sostenere questa riorganizzazione in termini economici? C'è chi lo ha già fatto senza aspettare la pandemia. Ci fa qualche esempio? Certo qui a Sorrento, Paolo Esposito, patron del ristorante "Caruso" e della "Basilica" e lo chef Peppe Aversa, del ristorante stellato il Buco". Entrambi organizzano il servizio su due turni con tempi più distesi, direi più umani per i lavoratori. Proprio sul vostro giornale, Peppe Aversa disse: lavorare meno, per lavorare meglio, per lavorare tutti. Sottoscrivo ogni parola. Ma ripeto: ci sono le condizioni economiche per sostenere questa organizzazione diversa del lavoro? Credo che negli ultimi dieci anni, prima della pandemia, il settore ricettivo ha ricevuto grandi e meritate soddisfazioni con presenze ed arrivi crescenti, fino a creare il fenomeno dell'over-turismo e con una crescita evidente dei profitti. Si tratta di realizzare politiche redistributive che puntano alla coesione sociale. E, ripeto, se c'è chi si organizza in modo diverso è perché si può fare. Quegli esempi, che cito a titolo esemplificativo, possono essere seguiti e già sono seguiti. C’è un pezzo di Federalberghi che dice le stesse cose nostre, altri, invece, si arroccano su posizioni arretrate e prive di prospettive. Ma i Comuni possono fare qualcosa? Bastano anche piccole scelte di servizio come Sorrento che ha tenuto la mensa scolastica aperta sempre, anche nei momenti più critici per dare respiro alle famiglie. Di recente si sono riuniti gli assessori al turismo con rappresentanti di organizzazioni della filiera turistica. Anche quella può essere la sede per discutere di questi problemi? Certamente. Ma se a questi tavoli manca Federalberghi, CUB, associazione guide turistiche, quella degli NCC e di altre rappresentative dei B&B, credo sia difficile fare passi avanti e realizzare politiche in grado di incidere realmente nel tessuto sociale. Centro per l’impiego di Sorrento. Avete organizzato una mobilitazione, cosa succede? Si prospetta la chiusura imminente del centro presente in via S. Francesco, nell'ambito del complesso di SM delle Grazie. Perché? La Regione ha avviato un monitoraggio per verificare le condizioni strutturali di tutti centri per l'impiego campani e presso la sede di Sorrento si è riscontrata l'esigenza di interventi di manutenzione straordinaria e di notevole entità e comunque non risolvibile nell'immediato. Da qui la preoccupazione. A cosa serve un centro per l'impiego come quello di Sorrento? Offre servizi multipli ai lavoratori, compresi i marittimi, è uno snodo importante per il reddito di cittadinanza. Inoltre, ci sono servizi specifici per le categorie protette. Si tratta di un disagio enorme che si verrebbe a creare e, soprattutto, gli operatori presenti sono un patrimonio di conoscenze e professionalità notevoli a servizio del mondo del lavoro. Ci fa qualche esempio sull'utilità del centro? Le categorie protette hanno l'obbligo di essere iscritte al centro per l'impiego. Gli stagionali per percepire la Naspi devono fare adempimenti ad hoc presso il centro. I marittimi devono dichiarare il rimpatrio, sempre al centro, altrimenti sono privati dell'indennità prevista. Per la ricostruzione storica dei contributi, nel caso ci fossero difficoltà, il centro per l'impego svolge una funzione essenziale per garantire la possibilità di andare in pensione. I percettori del reddito di cittadinanza han no il centro come interfaccia obbligato. Per non parlare degli avvisi sulla ricerca di personale per il lavoro che anche grazie alla telematica ha la sua oggettiva utilità. In ogni caso, il centro per l’impiego è un interfaccia obbligato e multifunzione per i lavoratori di un territorio privarcene significa perdere un ulteriore tassello importante, dopo l'Arips, il centro d'igiene mentale e la vicenda disastrosa degli ospedali di Vico e Sorrento lasciati progressivamente senza personale e con conseguente riduzione dei servizi. Cosa si può fare per mantenere il centro per l’impiego a Sorrento? La nostra proposta è di utilizzare i locali della Regione presso il Circolo dei Forestieri in precedenza occupati dall'Azienda di cura, soggiorno e turismo. Si tratta di una soluzione semplice ed immediata ed a costo zero. In grado di garantire alla comunità questo importante servizio, senza disperdere per l’ennesima volta un patrimonio di competenze a vantaggio del territorio.

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